Vino e gravidanza, perfino l’Australia fa meglio dell’Italia: le avvertenze sono obbligatorie

L’Australia fa un grande passo in avanti nella tutela delle donne incinta. Da oggi, infatti, Le bottiglie di vino, birra e altre bevande alcoliche dovranno portare in evidenza un’etichetta in più colori con l’avvertenza sui pericoli dell’alcool durante la gravidanza. I ministri della Salute degli stati e territori hanno approvato la nuova etichetta multicolore, raccomandata dall’ente regolatore Food Standards of Australia and New Zealand, nonostante le preoccupazioni del settore per il relativo costo. L’etichetta ha un testo in nero, bianco e rosso che recita: “AVVERTENZA GRAVIDANZA: l’alcool può causare danno al tuo bebè per tutta la vita”. 

Se il Ceo della Public Health Association of Australia, Terry Slevin, ha salutato con favore la misura che proteggerà la salute e il futuro di migliaia di bambini australiani, il direttore di Alcohol Beverages Australia si è detto profondamente deluso da una norma che imporrà costi sostanziali e non necessari ai produttori.

Un’etichetta la cui introduzione sarebbe auspicabile anche nel nostro paese dove ora non è obbligatorio prevedere questo tipo di informazione (alcuni inseriscono un pittogramma in maniera volontaria). E tra l’altro non ci sono norme armonizzate: in Francia è obbligatoria, in Germania solo su alcuni tipologie di alcolici e nel Regno Unito è facoltativa.

Sui danni dell’alcol sulla crescita del feto, infatti,  non ci sono dubbi. In un report, l’Istituto Superiore di Sanità italiano spiega che “è importante considerare che nelle donne la quantità di alcol che lo stomaco è in grado di metabolizzare è, in genere, quattro volte inferiore a quella dell’uomo per la presenza di quantità più basse dell’enzima destinato a tale funzione. Nel periodo della gravidanza il consumo di alcol rappresenta un rischio non solo per la salute della donna ma, soprattutto, per quella del nascituro che potrebbe subire danni permanenti. Infatti, anche minime quantità di alcol possono pregiudicare la salute e lo sviluppo del feto e aumentare il rischio che si verifichi un aborto spontaneo, un parto prematuro e un basso peso alla nascita. Attraverso la placenta, l’alcol giunge direttamente nel sangue del feto che, non essendo in grado di metabolizzarlo come una persona adulta, è esposto più a lungo ai suoi effetti nocivi”.