A differenza del pastrocchio del decreto Cura Italia che per soggiorni e biglietti aerei prevede solo un voucher per i viaggi saltati a causa del Covid-19, per i mesi pagati e non usufruiti in palestre, piscine e corsi sportivi in generale il decreto Rilancio prevede per l’utente la doppia chance: voucher o rimborso in contanti dei mesi “saltati” per il lockdown.
La doppia opzione del decreto Rilancio
L’articolo 216, comma 4 del decreto Rilancio, prevede infatti: “A seguito della sospensione delle attività sportive (…), ricorre la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta in relazione ai contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1463 del codice civile. I soggetti acquirenti possono presentare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, istanza di rimborso del corrispettivo già versato per tali periodi di sospensione dell’attività sportiva, allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato. Il gestore dell’impianto sportivo, entro trenta giorni dalla presentazione dell’istanza di cui al periodo precedente, in alternativa al rimborso del corrispettivo, può rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”.
Unc: “Esposto Antitrust contro Virgin & Co.”
La norma è chiara ma molte palestre non la stanno attuando tanto che l’Unc, l’Unione nazionale consumatori, ha presentato un esposto all’Agcm, l’Autorità Antitrust, “denunciando” For Me Fitness Club, Imperial Fitness Club, Mcfit Italia S.r.l., Pegaso Fitness, Sportsman Club, Virgin Active. “Abbiamo presentato un esposto all’Antitrust – si legge in una nota dell’associazione – segnalando la scorrettezza della pratica commerciale realizzata da innumerevoli catene di palestre e centri fitness che, in violazione del decreto Rilancio, non riconoscono ai loro clienti un voucher utilizzabile entro un anno, ma, dopo aver congelato l’abbonamento, hanno ricominciato a farlo decorrere dai giorni di riapertura pur senza un esplicito consenso del consumatore, aggiungendo i giorni di chiusura in coda alla scadenza. Altre condizionano il rilascio del voucher alla sottoscrizione di un nuovo abbonamento”. Rincara la dose Massimiliano Dona, presidente Unc: “Non si può imporre la fruizione in coda o subordinare l’emissione di un voucher al rinnovo dell’iscrizione. È evidente che se il voucher deve essere incondizionatamente utilizzabile entro un anno non può essere né vincolato ad un periodo predeterminato, prolungando la scadenza dell’abbonamento, visto che non è detto che il consumatore possa usufruire della palestra in quei mesi aggiunti forzatamente dal gestore, né vincolarlo addirittura ad una nuova iscrizione”.
Il modulo per chiedere alla palestra il rispetto della norma
L’associazione invita il consumatore a far valere i propri diritti e per questo mette a disposizione, gratuitamente, sul proprio sito web (https://www.consumatori.it/emergenza-coronavirus/palestre-denuncia-antitrust-rimborsi/), il modulo attraverso il quale si può intimare alla propria palestra il rispetto e l’applicazione di quanto previsto dalla legge.