L’allerta è scattata nel Regno Unito dove 12 bambini sono stati ricoverati per sindrome da infiammazione acuta probabilmente aggravata dal Covid-19. Una forma grave della cosiddetta malattia di Kawasaki che colpisce i bambini sotto i 10 anni, più spesso prima dei 5. La Società italiana di pediatria ha avvertito: “Nelle ultime settimane è stato osservato, in particolar modo nelle zone del paese più colpite dall’epidemia un aumento della frequenza di bambini affetti da malattia di Kawasaki”. Un pericolo da non sottovalutare “in previsione dell’imminente apertura alla Fase 2“.
In effetti i medici del dipartimento Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, si sono accorti che il coronavirus aggrava la condizione della malattia di Kawasaki. E dal numero dei ricoveri giunge un’allarmante conferma: in un mese al Papa Giovanni XXIII hanno registrato un numero di casi pari a quelli degli ultimi 3 anni. “Per la casistica, riporta il sito de la Repubblica, degli ultimi 2 mesi il responsabile è il nuovo coronavirus. E questi pazienti hanno forme più severe delle malattia, che coinvolgono l’apparato cardiocircolatorio e qualche volta richiedono cure intensive“.
Cos’è la malattia di Kawasaki e come influisce il coronavirus?
La patologia è stata identificata 50 anni fa ma le cause restano ignote anche se si pensa sia scatenata da un agente infettivo che, nei bambini predisposti, provoca una risposta infiammatoria anche grave. Normalmente, spiegano i pediatri, i sintomi tipici sono febbre alta persistente, eruzione cutanea, alterazioni delle mucose e delle estremità . La complicanza più temibile è l’infiammazione delle arterie del cuore, che può causare dilatazioni aneurismatiche permanenti delle coronarie.
Come si lega al virus? In una lettera ai medici di base, scrive il Guardian, l’Nhs, l’omologo del nostro Sistema sanitario nazionale, ha spiegato: “È stato riferito che nelle ultime tre settimane si è verificato un evidente aumento del numero di bambini di tutte le età che presentano un stato infiammatorio del sistema che richiede terapia intensiva in tutta Londra e anche in altre regioni del Regno Unito. I casi hanno in comune caratteristiche sovrapposte di sindrome da shock tossico e malattia atipica di Kawasaki con parametri ematici compatibili con Covid-19 grave nei bambini. C’è una crescente preoccupazione che una sindrome infiammatoria correlata a Sars-CoV-2 stia emergendo nei bambini nel Regno Unito, o – ipotizza il quotidiano britannico – che ci possa essere un altro patogeno infettivo, non ancora identificato, associato a questi casi”.
“L’associazione può non essere casuale”
Nel frattempo però non sembrano esserci conferme di una correlazione diretta tra coronavirus e malattia di Kawasaki: “Non è chiaro – scrivono i pediatri italiani – se il virus Sars-Cov-2 sia direttamente coinvolto nello sviluppo di questi casi di malattia di Kawasaki o se le forme che si stanno osservando rappresentino una patologia sistemica con caratteristiche simili a quelle della malattia di Kawasaki, ma secondaria all’infezione. Ciò nonostante, l’elevata incidenza di queste forme in zone ad alta endemia di infezione da Sars-Cov-2 (Lombardia, Piemonte e Liguria) e l’associazione con la positività dei tamponi o della sierologia, suggerisce che l’associazione non sia casuale“.
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