Al consumo di cibi ultraprocessati è associato l’aumento del rischio di insorgernza del diabete di tipo 2. A stabilirlo una ricerca pubblicata sull’autorevole Jama Internal Medicine, condotta attraverso uno studio prospettico osservazionale su 104.707 partecipanti che ha scoperto come una percentuale più elevata di alimenti ultraprocessati nella dieta era associata a un rischio più elevato di diabete di tipo 2.
Cosa sono i cibi ultraprocessati? E cosa significa consumo eccessivo?
Secondo la definizione della professoressa Mathilde Touvier, direttrice di ricerca in Epidemiologia nutrizionale presso l’Università di Parigi 13 tra le prime a studiare l’impatto di questo tipo di prodotti sulla salute umana, i cibi ultraprocessati sono gli alimenti confezionati (piatti pronti, biscotti, patatine, corn flakes, etch) mediante processo industriale che contengono più di 5 ingredienti – come ad esempio coloranti, conservanti, aromi – o che hanno subito diversi trattamenti di trasformazione “come il riscaldamento ad alte temperature, la frittura, l’estrusione – che alterano in maniera sostanziale la struttura dell’ingrediente originale”.
Da un’altra ricerca (lo studio condotto dall’Università spagnola della Navarra e pubblicato sul British medical journal) si può desumere cosa si intende per consumo eccessivo di questi cibi: “Un consumo più elevato di alimenti ultra-elaborati (> 4 porzioni al giorno) è stato associato indipendentemente con un rischio relativamente aumentato del 62% per tutte le cause di mortalità. Per ogni porzione aggiuntiva di alimenti ultra-elaborati, la mortalità per tutte le cause è aumentata del 18%”.
L’aumento del rischio diabete
Il consumo di cibi ultraprocessati abbiamo visto che è stato associato da recenti studi all’aumento dei rischi di mortalità per cancro, malattie cardiovascolari, ipertensione e dislipidemia; tuttavia, mancavano i dati relativi al diabete che lo studio pubblicato ora su Jama ha fornito.
Hanno preso parte allo studio 104.707 partecipanti (21.800– il 20,8% – uomini e 82.907 -79,2% – donne). L’età media dei partecipanti era di 42,7 anni. Dai risultati è possibile stabilire che si verificano 113 casi di diabete di tipo 2 ogni 100mila persone all’anno tra coloro che hanno un consumo basso di cibi ultrprocessati mentre la percentuale sale a 166 nelle persone che hanno un consumo elevato di questo tipo di prodotti.
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