Dopo l’Antitrust, Vantage group – società attiva nel carvertising – è finita nel mirino della magistratura con l’arresto del suo amministratore. Il meccanismo prevedeva la “sottoscrizione di contratti con cui privati o imprese si impegnavano ad acquistare autovetture di colore bianco sulle cui fiancate sarebbero stati applicati messaggi pubblicitari – nonostante il codice della strada vieti espressamente l’utilizzo dei mezzi per pubblicità a titolo oneroso – e a pagare circa 7.000 euro per servizi aggiuntivi mai corrisposti”.
La società avrebbe dovuto “corrispondere al contraente 60 rate mensili di importo variabile tra i 340 e i 440 euro, quale rimborso del prezzo di acquisto del veicolo, nonché una quota delle spese per carburante e assicurazione”.
I rimborsi hanno iniziato a non essere più pagati tra luglio ed agosto del 2018 e a fine anno la procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo di indagine anche sulla scorta delle numerose segnalazioni.
L’inchiesta portata avanti dai militari del II gruppo tutela entrate del nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf capitolina ha permesso di ricostruire “un giro d’affari di circa 15 milioni di euro nel triennio 2016-2018, periodo in cui l’impresa ha evaso, attraverso la presentazione di dichiarazioni riportanti dati non veritieri – spiega una nota delle fiamme gialle – circa 3 milioni di Iva, importo sottoposto a sequestro.
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Del fenomeno del carvertising ci siamo occupati nel numero del Salvagente di dicembre 2018 soffermandoci su vantaggi e svantaggi di quella che è a tutti gli effetti una nuova forma di marketing ma a vantaggio (a volte) del consumatore dal momento che permette di avere un auto a costo pari a zero ma…tappezzata di pubblicità.
I vantaggi sembrano notevoli: nessun limite di tempo nell’utilizzo del veicolo, rimborso (totale o parziale) del prezzo, un contributo per l’assicurazione Rc-auto e rimborsi per il carburante (con un tetto massimo mensile, di solito fino a 50 euro). A carico del cliente resterebbe solo il bollo. Ci sono però anche altri limiti: innanzitutto non si può comprare l’auto che si vuole, ma solo scegliere tra determinati modelli, acquistabili presso concessionari convenzionati. Il rimborso del prezzo, però, potrebbe essere solo parziale perché dipende dall’auto scelta (normalmente chi offre questo servizio pone un tetto massimo di rimborso che potrebbe non coprire l’intera spesa di acquisto).