In fatto di comodità non sono seconde a nessuno. Quanto a sicurezza per la pelle dei nostri bambini, però, le salviette umifidicate per il cambio lasciano un po’ a desiderare come ha dimostrato il nostro confronto nel nuovo numero in edicola su 8 prodotti tra i più venduti sul mercato: da Huggies a Pampers, da Fresh&Clean a Fissan e tanti altri (tutti i risultati si possono trovare qui). Tra conservanti, siliconi e profumi sono ancora tanti i marchi che dimostrano di non avere tanto a cuore la salute dei nostri bimbi.
Vero è che rispetto al 2015 – a quell’anno risale il nostro ultimo test – la formulazione è cambiata e alcuni marchi hanno rinunciato a qualche ingrediente discutibile. Ci sono big del settore che hanno fatto davvero il salto di qualità rinunciando ai parabeni, al metilisotiazolinone (un conservante potenzialmente allergizzante) e al tetrasodium Edta (un chelante scarsamente biodegradabile) e il fenossietanolo, un conservante potenzialmente perturbatore endocrino.
Fenossietanolo ancora presente
Secondo l’Agenzia francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari questa sostanza non dovrebbe essere utilizzata nei prodotti a contatto con i genitali dei neonati e, allo stesso tempo, i produttori dovrebbero limitarne la concentrazione allo 0,4% negli altri cosmetici. Purtroppo, accanto a chi ha rinunciato al sospetto conservante, il fenossietanolo continua a comparire nella metà dei campioni. In questi prodotti l’importanza dei conservanti è tutt’altro che banale dato che servono a evitare lo sviluppo di muffe e batteri nel liquido di cui sono imbevute, però è arrivato il momento che le aziende prendano sul serio gli allarmi della comunità scientifica. Tanto più che esistono alternative ad additivi tanto sospetti.
Profumi e siliconi
Un po’ più veniali sono i profumi e i siliconi che abbiamo trovato nelle salviettine: un mix di sostanze di cui non possiamo sottovalutare gli effetti negativi per la pelle dei più piccoli, dato che provocano dermatiti e, soprattutto, indeboliscono la barriera lipidica.
A tutto ciò si aggiungano i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology secondo cui l’esposizione della pelle a saponi che non vengono sciacquati (proprio come le salviette) è responsabile, insieme ad altri fattori ambientali e non, dell’incremento delle allergie alimentari dal momento che le mutazioni della barriera cutanea espongono il bimbo al rischio di sviluppare con più facilità un’allergia alimentare.
Insomma forse è ora di tornare all’acqua e quando si è fuori casa l’olio da aspergere su un fazzoletto: economico, amico della pelle e dell’ambiente.
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