Parigi, Lille, Nantes, Grenoble e Clermont-Ferrand vietano i pesticidi sul loro territorio. I 5 sindaci di importanti città in un comunicato scrivono che “non è il momento di fingere e di prendere mezze misure. Vogliamo cambiare la legge”, in risposta al progetto del governo centrale che ha avviato una consultazione pubblica (si chiude il 1° ottobre prossimo) per istituire fasce di sicurezza di 5-10 metri in cui non poter impiegare pesticidi.
Una misura giudicata troppo debole per i sindaci che ieri hanno preso una posizione molto dura contro il governo. Quello dei sindaci anti-pesticidi in Francia è un fronte sempre più numeroso. Parigi, Clermont-Ferrand, Grenoble, Lille e Nantes, si sono uniti ad altri 50 piccoli e medi comuni – compreso il dipartimento della Val-de-Marne – che hanno deciso di proteggere i loro concittadini dai pesticidi: in alcuni casi hanno istituito zone cuscinetto di, almeno 150 metri, intorno a qualsiasi abitazione, altri invece ne hanno decretato il divieto totale di tutti i fitofarmaci di sintesi.
La questione dei pesticidi è ovviamente molto più problematica nelle aree agricole rurali. Il governo dal canto suo con il ministro della transizione ecologica, Elisabeth Borne ha messo in evidenza come la scelta dei sindaci sia in realtà già prevista dalla legge. Come spiega Le Monde, due recenti leggi limitano notevolmente l’uso dei pesticidi nelle aree urbane. Il primo, noto come “Loi Labbé”, ha vietato, dal 1° gennaio 2017, il loro uso nel mantenimento di spazi verdi aperti al pubblico (giardini, parchi, foreste, strade, cimiteri). Il secondo estende questo divieto ai giardinieri amatoriali: dal 1° gennaio 2019, possono usare a casa solo fitosanitari di origine naturale.
In Italia ad esempio l’uso del glifosato è vietato negli spazi verdi aperti al pubblico e nelle vicinanze di scuole e ospedali dal 2016.