L’acquisto di un bene costoso è sempre un momento particolare, dove la gioia per la realizzazione di un sogno si combina ai timori legati alla portata dell’investimento economico, in molti casi possibile solo grazie alla richiesta di un prestito. Conoscere le dinamiche che regolano i finanziamenti, è quindi fondamentale per mettersi al riparo dalle brutte sorprese, soprattutto se non si hanno le idee chiare sulla differenza tra quota capitale e d’interessi. Andiamo quindi a vedere come funziona il rimborso di queste quote e più in generale delle rate di un prestito.
Indipendentemente dalle sue finalità, dall’acquisto di un’auto a quello di una vacanza, il prestito è ormai uno strumento al quale si approccia con estrema facilità. Molto del merito è dei comparatori online che, nel corso degli ultimi anni, hanno automatizzato le procedure per le richieste di preventivo online e cancellato molte titubanze con la realizzazione di utili approfondimenti, come nel caso della guida per capire come calcolare la rata di un prestito con Facile.it.
Proprio grazie a guide come questa, oggi le persone interessate a un prestito sanno che, per una scelta consapevole, occorre tenere d’occhio tre parametri fondamentali: il valore della rata, l’incidenza del TAN e del TAEG, la tipologia di prestito. Alla luce di queste informazioni, quindi, non stupisce che le richieste di prestito da parte delle famiglie italiane siano in aumento, come confermano gli ultimi dati del Barometro CRIF, l’osservatorio di settore promosso dall’omonima azienda specializzata in sistemi di informazioni creditizie (SIC) e di business information.
Ma come funziona il rimborso delle rate di un prestito? Il principio è lo stesso del mutuo, in quanto l’utente si trova di fronte a un importo costituito dalla somma della quota capitale, degli interessi dovuti, più eventuali spese di incasso e di gestione. Proprio come avviene con il mutuo, queste tre voci sono ben distinte sia nel piano di ammortamento emesso all’istituto che eroga il prestito, sia nella ricevuta di pagamento di ogni singola rata ed hanno il seguente significato.
- Quota capitale: si tratta dell’effettivo denaro che restituiamo alla banca o all’istituto di credito, rispetto al capitale preso in prestito, e con il suo versamento va a diminuire la somma da rimborsare.
- Quota interessi: è il “compenso” dovuto alla banca o all’istituto di credito per l’erogazione del prestito e, in pratica, si può definire come il costo del credito che non è ancora stato restituito. Di solito, il a cifra dovuta per gli interessi viene spalmata nelle varie rate in maniere decrescente, così da tutelare l’istituto che ha concesso il prestito.
- Spese di incasso e di gestione: possono variare, persino annullarsi, in base al prestito sottoscritto e corrispondono ai costi sostenuti dall’ente erogante, come ad esempio quelli per l’invio delle comunicazioni cartacee. Questi costi devono essere comunicati prima della sottoscrizione del prestito, quindi è sempre meglio leggere attentamente il contratto, comprese le voci all’apparenza meno importanti.
Tra le tre componenti che formano la rata del prestito, però, a meritare maggiore attenzione è sicuramente quella degli interessi, in quanto fa la differenza tra prodotti diversi e può far lievitare i costi. A proposito di interessi, la Banca d’Italia prevede norme severe e fissa i limiti oltre i quali si sfocia nell’usura, come viene spiegato chiaramente in questo utile approfondimento sui Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM).
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