Vogliamo le gare, stop al rinnovo automatico delle concessioni per le spiagge pubbliche. Un vasto fronte di comitati civici, ambientalisti e alcuni parlamentari sono scesi sul piede di guerra chiedendo direttamente ai Comuni indire le gare per le concessioni, come prevede la direttiva europea, e non far scattare rinnovi automatici
I sindaci di Roma e di Rimini hanno già ricevuto una diffida da parte di comitati locali e ambientalisti perché non applichino il rinnovo automatico per 15 anni delle concessioni degli stabilimenti balneari, stabilito dall’ultima legge di Bilancio. Secondo i comitati (sostenuti da Legambiente e da alcuni parlamentari di +Europa, LeU e Pd), il rinnovo è illegittimo, perché in contrasto con la direttiva europea Bolkestein, che prevede che le concessioni siano messe a gara. Nei prossimi giorni diffide simili saranno presentate ai Comuni di Pozzuoli, Viareggio, Palermo e Catania.
Non solo le concessioni dovrebbero andare a gara ma lo Stato guadagna davvero poco. Ogni anno nelle casse pubbliche arrivano solo 100 milioni all’anno di canoni dagli oltre 12mila stabilimenti sparsi lungo i 7.535 chilometri di costa. Bazzecole se pensiamo che poi i lidi attrezzati sanno davvero trasformare la sabbia in oro visto che incassano circa 10 miliardi a stagione.
“Lanciamo una vertenza legale coordinata per mettere al centro dell’attenzione il problema delle spiagge in Italia” ha spiegato il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, ieri in conferenza stampa alla Camera. Se i Comuni rinnoveranno automaticamente le concessioni e non faranno le gare, i comitati ricorreranno ai Tar e alla Corte europea di Giustizia.
“La Corte Ue nel 2016 ha stabilito che la direttiva Bolkestein impedisce la proroga automatica, come è stata disposta dalla legge di bilancio”, ha detto Agostino Biondo del comitato Mare per tutti di Ostia come riportato da Ansa.it. Per l’avvocato Roberto Biagini, che ha presentato la diffida a Rimini, “dopo la sentenza della Corte di Giustizia le concessioni sono scadute”.
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