Arriva una mazzata da 1,07 miliardi di euro da parte della Commissione europea nei confronti dei maggiori gruppi finanziari operanti nel vecchio continente: Barclays, RBS, Citigroup, JPMorgan e Mitsubishi Ufj Financial Group. L’accusa è quella di aver partecipato a due cartelli sul mercato delle transazioni in valuta straniera (euro, sterline, yen, franchi svizzeri, dollari Usa, canadesi, australiani e neozelandesi, e corone danesi, svedesi e norvegesi).
Il cartello
Come riporta Repubblica, secondo l’Antitrust europea, “i trader delle diverse istituzioni si scambiavano informazioni sensibili e le intenzioni di operare sul mercato attraverso le chat online. In questo modo, riuscivano a mettere a fattor comune le decisioni di acquistare o vendere valuta”.  Praticamente l’esatto opposto di quello che significa libera concorrenza. Le società finanziarie, infatti, si scambiano grosse quantità di valuta attraverso i ‘Forex trader’ e dovrebbero farlo lo stesso giorno al tasso di cambio prevalente. L’indagine della Commissione ha rivelato che alcuni trader, su ordine delle banche coinvolte nel cartello, grazie alle informazioni condivise erano in grado di fare scelte di mercato informate su quando vendere o comprare le valute che avevano nel portafoglio, creando le occasioni migliori. Nello specifico, Citigroup è stata sanzionata per 310,8 milioni, Rbs per 249,2 mentre JP Morgan per 228,8. Barclays infine dovrà pagare 210,3 milioni e MUFG circa 70.
Perché Ubs non è stata sanzionata
Ubs non è stata sanzionata perché ha fatto emergere il cartello ai regolatori mentre Credit Suissi è ancora in attesa di un esito del suo caso, trattato a parte. “Le banche multate, comunque, sono riuscite a ridurre la sanzione concordando con l’Europa che non faranno ricorsi” aggiunge Repubblica. Margrethe Vestager, la Commissaria alla Concorrenza, ha  ha spiegato che questa sanzione “manda un chiaro messaggio: la Commissione non lascerà passare comportamenti collusivi in alcun settore dei mercati finanziari”.