Sembra un bollettino di guerra: 4 milioni di olivi motri e improduttivi, 50mila ettari ormai desertificati, un crollo annuale di 29mila tonnellate di olio d’oliva pari al 10% della produzione annuale. Sono questi i danni provocati dalla Xylella nel Salento quantificati da Italia Olivicola, la più importante organizzazione dell’olivicoltura italiana, sulla base dei dati ufficiali forniti da Istat, Ismea, Agea, Sian e aziende agricole.
“Siamo davanti ad una catastrofe senza precedenti che deve essere affrontata in sinergia tra Unione europea, governo e regione Puglia senza perdere più tempo” spiega Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola. “Ogni minuto perso regala al batterio la possibilità di avanzare e distruggere completamente la nostra olivicoltura”. L’associazione chiede un piano straordinario di riconversione e ristrutturazione da 500 milioni di euro.
“Il costo – precisa Italia Olivicola in una nota – comprende 400 milioni per la realizzazione dei nuovi impianti (preparazione del terreno, piantine, messa a dimora, cure agronomiche, formazione ecc.), cui si aggiungono 100 milioni di euro da erogare a favore degli olivicoltori e dei frantoiani come contributo di mancato reddito per le prime 4 annualità successive alla piantumazione”.
“Se non verrà attuato un piano di interventi – conclude Sicolo -, purtroppo, a partire soprattutto dall’area definita infetta, entro pochi anni la produzione di olio di oliva in Salento prima, e nel resto della Puglia poi, è destinata ad azzerarsi e a scomparire completamente, con conseguenze nefaste per migliaia di famiglie”.