Sono 44 i cittadini di Tolosa in Francia che hanno denunciato una sorprendente contaminazione da glifosato nelle proprie urine: il livello medio è risultato 11 volte più alto rispetto al limite di legge previsto nell’acqua potabile. Il record negativo spetta a Martin un attivista del movimento ambientalista il cui tasso è risultato addirittura 31 volte più elevato. Il paradosso? Lo ha spiegato lo stesso Martin: “Sono vegano e mangio bio. Vuol dire che la presenza di glifosato è ubiqua e colpisce tutti i cittadini anche chi come me si premura contro i pesticidi mangiando solo biologico”. Martin ha riportato un livello di contaminazione pari a 3,14 mcg/kg, un dato molto elevato se pensiamo che le rilevazioni del Salvagente effettate nel giugno 2017 su 14 donne incinte avevano al massimo registrato un 1,98 microgrammi per chilo.
Tra le fonti di esposizione sul banco degli imputati salgono l’inquinamento atmosferico (glifosato disperso in aria è stato recentemente anche rilevato in Italia) e la contaminazione di cibi e bevande, birre in primis. Il caso di Tolosa non è isolato visto che a settembre nella regione dell’Ariège 60 cittadini si erano sottoposti alla stessa analisi che aveva dato un simile responso per quanto riguarda la contaminazione. Il risultato? Un esposto al tribunale della città di Foix contro la Monsanto. Nel frattempo prosegue in Francia la campagna “J’ai des pesticides dans mes urines ! ET TOI ?” con la quale si chiede ai cittadini di sottoporsi all’analisi delle urine per verificare la presenza di glifosato.