La Guardia Costiera ha sequestrato anche pesce scaduto addirittura nel 2010, spacchettato, rietichettato e pronto per essere venduto in vista delle festività di Natale o di Capodanno. I militari l’hanno sequestrato in depositi di Bisceglie, in Puglia. In un altro sequestro il pesce era scaduto nel 2013, scoperto in depositi siciliani, a Sciacca, Porto Empedocle, Palermo. Sono solo alcuni degli episodi di frode alimentare scoperti nel corso di una complessa operazione, nome in codice “Confine illegale”, condotta in tutta Italia dal Comando generale delle Capitanerie di porto e Guardia costiera in vista del periodo natalizio in cui i consumi ittici aumentano e con essi le frodi commerciali.
L’operazione ha coinvolto 5mila tra uomini e donne della Guardia Costiera ha portato al sequestro di oltre 80 tonnellate di prodotto ittico, di 290 attrezzi da pesca, a 562 procedimenti di sequestro, 44 sanzioni penali, 702 sanzioni amministrative, alla chiusura di 5 esercizi commerciali e a sanzioni per 1,4 milioni di euro.
Italiani più attenti all’origine
Nel frattempo l’Eurobarometro scatta la foto degli italiani alle prese con i consumi ittici: consumatori meno assidui degli altri europei, legati a canali di acquisto specializzati più che ai supermercati ma anche più attenti all’origine del prodotto. Per quanto riguarda la frequenza dei consumi, il 31% dei nostri connazionali mangia pesce almeno una volta a settimana contro il 41% dell’Ue. Tra chi già acquista i prodotti ittici, l’84% aumenterebbe i consumi se il prezzo non fosse così alto (70% nell’Ue). Gli italiani, infine, guardano principalmente alla freschezza (63%, in linea con la media Ue del 59%) e all’origine del prodotto (56% contro 41% della media Ue).