Inquinanti e pesticidi: quanto incidono sull’infertilità maschile?

Chiariamolo subito: la foto e lo slogan sono di forte impatto e sicuramente un po’ colorite. Ma sono quelle scelte dall’Institut Marquès in Italia per lanciare il primo studio sulla fertilità maschile. L’Istituto in questione è un famoso centro di riproduzione assistita spagnolo e opera anche in Italia e da tempo, un po’ in controtendenza con la comunità scientifica, ha identificato le sostanze chimiche tossiche come principale causa dell’infertilità maschile. Per capire come l’impatto degli inquinanti sulla qualità dello sperma ha lanciato in Italia, uno studio rivolto al pubblico attraverso un’analisi gratuita e anonima del seme maschile (www.lesostanzetossichehannorottolepalle.it) per valutare quanto la contaminazione ambientale incida sull’infertilità.

Uno studio prospettico

Negli ultimi anni è stata registrata una lenta ma progressiva diminuzione della quantità e della qualità dello sperma, in termini di mobilità e morfologia. In 6 coppie su 10 che ricorrono a trattamenti di riproduzione assistita per diventare genitori, i partner maschili presentano alterazioni dello sperma, più o meno gravi.

“In Italia – si legge in una nota diffusa dall’Institut Marquès – non sono stati mai realizzati studi prospettici che valutino la qualità dello sperma della popolazione maschile. Il primo studio dello sperma nazionale in Italia consentirà di determinare la qualità dello sperma degli italiani e di stabilire in che misura fattori come le tossine ambientali influiscano sul deterioramento dello sperma”. Parliamo in particolare dei Composti organici persistenti, i cosiddetti Pop, tra i quali le diossine, i furani e i Pcb con i quali entriamo in contatto sia per inalazione sia con l’alimentazione. Non dimentichiamo poi l’azione interferente endocrina che svolgono alcuni composti, come gli ftalati, usati per rendere più “morbida” la plastica, o i pesticidi, come il glifosato.

Inquinamento e sterilità

Riguardo all’ ambiente, “Institut Marquès dal 2002 porta avanti studi che collegano le sostanze tossiche ambientali alla sterilità, e con i risultati dei trattamenti di riproduzione assistita. Dopo aver dimostrato l’impatto che l’inquinamento ha sulla salute e la fertilità, Institut Marquès ha deciso di agire contro questa preoccupante tendenza”. Institut Marquès appoggia il manifesto dei Citizens for Science in Pesticide Regulation, piattaforma pubblica che lavora per modificare le norme sull’uso di pesticidi nell’Unione europea e chiede una regolazione indipendente e senza interessi.

Per partecipare allo studio

“Il peggioramento della qualità dello sperma dovuto alle sostanze tossiche – prosegue la nota – si sta verificando sia nelle aree industrializzate sia nelle zone rurali a causa del contatto con i pesticidi, pertanto esistono ampie variazioni geografiche. Precedenti studi sulla fertilità maschile effettuati da Institut Marquès in Spagna hanno evidenziato una qualità di sperma peggiore in aree in cui la presenza di questo tipo di sostanza chimica era più elevata“.

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Per realizzare lo studio l’Institut Marquès promuove analisi dello sperma in forma gratuita e anonima: “A partire da oggi, tutti gli uomini italiani maggiori di 18 anni potranno conoscere la qualità del loro seme attraverso un’analisi gratuita e totalmente anonima. L’importanza di un esame del seme non è riconducibile solo alla fertilità. Numerosi studi mettono in relazione la qualità dello sperma con l’insorgere di alcune malattie, la qualità del seme può essere considerata un biomarker di salute maschile generale”.