Dopo il caso glifosato, con l’accusa che dietro al disco verde sul rinnovo dell’uso del famigerato erbicida l’Efsa avesse addirittura “copiato” parte degli studi Monsanto sulla sua “innocuità”, la fiducia dei consumatori europei nei confronti dell’Autorità per la sicurezza alimentare si è davvero incrinata. E per questo, come dice la Commissione europea, occorre una riforma dell’iter di autorizzazione delle sostanze, pesticidi in primis, e soprattutto una maggiore “trasparenza” per evitare che anche l’ombra del conflitto di interesse possa stendersi sulle decisioni di un’Authority che vigilia sulla salute dei consumatori.
“Accesso libero alle informazioni dell’Authority”
Dopo lo scandalo dei Monsanto’s papers, il Parlamento europeo ha avviato una commissione di inchiesta sulle procedure di autorizzazione seguite, anche da Efsa, per ammmettere (o meno) e in che concentrazioni una certa sostanza. La scorsa settimana poi la Commissione Envi – Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare – , come scrive il portale FoodNavigator, ha raggiunto “una accordo di compromesso, ed ha espresso che i cittadini dovrebbero avere ‘accesso automatico’ a tutte le informazioni relative alla sicurezza che vengono sottoposte all’Efsa. Inoltre, dovrebbe essere istituito un registro europeo comune per gli studi commissionati. Ciò dissuaderebbe le aziende che chiedono un’autorizzazione a trattenere ‘studi sfavorevoli’, hanno suggerito i membri della Commissione, con la possibilità che studi aggiuntivi possano essere richiesti dall’agenzia”.
Sul tappeto ci sarebbero anche una serie di criteri per determinare quali informazioni possono rimanere riservate, tra le quali sicuramente il marchio e con il quale il prodotto sarà commercializzato e “descrizioni dettagliate” dei preparati alimentari.
Big food contro maggiore trasparenza: “Danneggia la competitività”
La Commissione vuole anche rafforzare la comunicazione del rischio ai cittadini promuovendo la consapevolezza del pubblico e spiegando meglio i pareri scientifici utilizzati usati per prendere le decisioni.
Dall’altre parte della barricata si schierano le aziende, in primis quelle del settore alimentare, preoccupate che questa apertura alla trasparenza degli iter e degli studi che Efsa prende in considerazione per decidere, possa danneggiare il mercato e condizionare la competitività.
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