Non informa adeguatamente i consumatori. Questo è il motivo per cui la Commissione europea ha bocciato la proposta di autoregolamentazione lanciata a marzo di quest’anno dall’industria degli alcolici sull’indicazione in etichetta degli ingredienti e dei valori nutrizionali delle bevande alcoliche. Adesso l’esecutivo europeo sta pensando ad uno suo atto legislativo da emanare entro la fine del mandato. “Non sarà facile giungere ad un accordo” ha commentato un funzionario europeo a Euractive.
L’industria dell’alcol ha presentato il 12 marzo scorso la sua proposta di autoregolamentazione sull’etichettatura, incentrata sulla “flessibilità ” per vino, birra, liquori e sidro. I produttori di alcolici – secondo quanto prevede – saranno liberi di decidere se inserire le informazioni sull’etichetta, online o entrambe. L’industria, tuttavia, non ha risolto una disputa di vecchia data su come informare i consumatori sul numero di calorie contenute nelle bevande alcoliche. L’industria degli alcolici e i birrai battibeccano anche sulla quantità di calorie che dovrebbero essere riportate sull’etichetta. I birrai insistono sul fatto che il regolamento sia chiaro per tutti e che le informazioni siano espresse in 100 ml: “Su una serie di etichette dei birrai, hai la colonna da 100 ml e la porzione esatta. Per noi è un non-problema “, ha detto a Euractive Pierre-Olivier Bergeron, il segretario generale dei birrai d’Europa.
D’altro canto, l’industria degli alcolici “comprende e accetta” l’obbligo legale di etichettare le informazioni sulle calorie per 100 ml, anche se è “inappropriato e potenzialmente fuorviante nel caso degli alcolici“. “Questo è il motivo per cui crediamo che tutte le bevande alcoliche dovrebbero essere obbligate ad etichettare le calorie sia per 100 ml che per porzione. È l’unico modo in cui possiamo garantire che i consumatori possano effettivamente effettuare valutazioni comparative realistiche sui tipici valori di apporto calorico tra le diverse categorie “, ha detto a Euractive un esperto di spiritsEUROPE. La disputa non può non tenere conto del veto espresso dalla Commissione europea: “Il Commissario non è soddisfatto della proposta perché non è coerente e non affronta alcune questioni relative alle informazioni per i consumatori. La valutazione dei nostri avvocati conferma che ci sono alcuni problemi legali con la proposta”, ha detto un portavoce dell’UE a Euractive all’inizio di questo mese.