Allettati da facili guadagni, sempre più consumatori cadono nella rete di truffatori che operano nel mondo del trading on line, promuovendo investimenti altamente rischiosi (opzioni binarie, Cfd-contracts for difference, trading su valute e metalli preziosi) senza avere alcuna autorizzazione.
Un fenomeno in crescita stando ai dati della Consob, l’autorità per la vigilanza del mercato finanziario, anticipati dal Sole24Ore: se nel 2017 l’Autorità è intervenuta in vario modo nei confronti di 167 soggetti, nei primi sei mesi del 2018 gli interventi sanzionatori sono già a quota 183 (con 71 ordini di cessazione dell’attività abusiva svolta tramite Internet e telefonate, 89 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 7 sospensioni cautelari e 8 emanazioni di divieti a operare).
Sono dunque sempre di più gli operatori illeciti che propongono attività di investimento rischiose e poco trasparenti se non addirittura vietate, come gli investimenti in opzioni binarie, oggi banditi agli investitori retail nella UE perché considerati troppo pericolosi per i piccoli investitori.
E Internet, vista la facilità di contattare milioni di persone, è il luogo ideale per far cadere nella trappola chi, anche solo per curiosità, abbassa un po’ la guardia e si fa tentare da e-mail o messaggi pubblicitari che appaiono durante la navigazione (banner, pop-up) che propongono investimenti dai buoni rendimenti.
Ma, al contrario, è importante tenere sempre gli occhi aperti ed essere un po’ diffidenti, perché poi, tornare sui propri passi per recuperare i soldi investiti non è sempre facile.
Spesso le società che si nascondono dietro le piattaforme “pirata” di trading on line sono costituite e smantellate nel giro di pochi mesi o hanno sede in Paesi molto lontani e poco controllati: non più Cipro e Malta, in cui vigono le stringenti normative europee, ma località dell’Oceania o delle Bermude, sostanzialmente immuni a qualsiasi sanzione.
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Le tecniche truffaldine sono comunque più o meno le stesse. Di solito si viene invogliati a investire solo per provare, ingolositi soprattutto dai “bonus” in denaro che la società sembra regalare. Successivamente, senza grande sforzo, si inizia da subito a guadagnare e si pensa di aver trovato un modo rapido per “arrotondare” lo stipendio. A questo punto non si riesce più a tornare indietro e non ci si rende conto della trappola in cui si è caduti. Anzi, si fa il grande errore di investire somme sempre più importanti, anche spinti da sedicenti consulenti della società che sollecitano il raggiungimento di risultati ancora migliori. Ma è in questo momento che si iniziano a manifestare le prime perdite che si cerca di recuperare con nuovi investimenti, ma di norma si perde tutto quello che si è investito. In alcuni casi, in modo ancor più ingannevole, la società fa credere di continuare sempre a guadagnare ma, in realtà, il guadagno è solo virtuale perché quando si vuole disinvestire le somme non vengono mai restituite.