Dopo Gobee, altro colosso del bike sharing cinese, che si è ritirato dall’Europa lo scorso febbraio, si avvicina la fine anche per oBike, compagnia che nell’ultimo anno ha preso piede in diverse città italiane, tra cui Roma, Torino, Milano e nella riviera romagnola. La società , che ha le sue bici gialle in 40 città sparse in decine di nazioni, ha presentato istanza fallimentare a Singapore, luogo della sede centrale.
Le ragioni
Tra le ragioni del fallimento dell’azienda madre potrebbero esserci le tasse e le restrizioni imposte dalle autorità di Singapore per ridimensionare il sovraffollamento di biciclette per le strade. Ma di certo avranno contribuito le numerose vetture rubate o gettate nei fiumi dai vandali (diverse le foto testimonianze scattate a Torino e Roma). Ad Amburgo, 10mila bici sono rimaste in magazzino, alla notizia del fallimento, per poi essere svendute.
La divisione italiana in attesa
Quali sono le conseguenze per le città italiane in cui oBike è presente? Al momento non dovrebbero essercene, dato che la Srl oBike Italia, concessionaria delle biciclette per il nostro paese, è una società a parte che adesso cerca di salvarsi attirando nuovi finanziatori in modo da mantenere l’accesso alla tecnologia e le licenze di utilizzo. Gli amanti italiani delle bici in condivisione sperano nel lieto fine. Intanto, il servizio continua a funzionare.