“Se la tua vita prende una brutta piega, chiedi aiuto”. Con questo slogan il centro antiviolenza di Asti l’Orecchio di Venere ha lanciato un progetto che sta già “contagiando” tutto il Piemonte con l’obiettivo di stimolare la cittadinanza attiva e accendere sempre più antenne che riconoscano la violenza subita dalle donne e, in qualche modo, possano aiutarle.
Queste “antenne” sono parrucchieri ed estetisti: “Da una nostra indagine ci siamo rese conto che quasi tutte le donne, anche le più sfortunate, vanno almeno una volta ogni tanto dal parrucchiere e che quindi questi negozi, così radicati nel territorio, potessero diventare dei luoghi attraverso i quali venire a conoscenza dell’esistenza dei centri antiviolenza, e dove riuscire anche a sensibilizzare le donne, con discrezione e delicatezza”, spiega Elisa Chechile dell’Orecchio di Venere. Dopo i parrucchieri, già altre figure professionali che si sono fatte avanti per dare il contributo: i dentisti. Già si ragiona sul probabile slogan che potrebbe essere “Fai in modo che nessuno spenga il tuo sorriso”.
Una rete di 250 negozi
Intanto ad oggi sono circa 250 i negozi che collaborano con i centri antiviolenza del territorio (in Piemonte sono 14), dopo che il progetto ha colpito e coinvolto la Cna provinciale e regionale e la Regione Piemonte.
Questi negozi hanno applicato delle vetrofanie che riportano lo slogan del progetto e i numeri da chiamare (quello nazionale, 1522, e quelli locali): all’interno si trova poi ulteriore materiale informativo. “Ma i gestori dei negozi – prosegue Chechile – che hanno accolto con entusiasmo ed enorme sensibilità, senza alcun pregiudizio e diffidenza, il nostro progetto – ci hanno chiesto anche una piccola formazione, in modo da essere capaci di offrire un aiuto in più nel caso in cui una donna si confidi o si percepisca di averne davanti una maltrattata”.
Un punto di contatto 24 ore su 24 ore
Il negozio del parrucchiere è da sempre vissuto come un luogo di relax, in cui ci si dedica a se stessi, dove il tempo un po’ si ferma: una condizione che può aiutare le donne maltrattate, che subiscono quotidianamente violenza domestica. E che sono tantissime, all’interno di ogni ceto sociale, in modo trasversale e preoccupante.
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“Ciò che a noi importa, è che la violenza sulle donne non sia considerata un fenomeno e quindi trattata come tale, perché è nella case, attorno a noi ogni giorno”, aggiunge la referente dell’Orecchio di Venere.
Già dopo alcune settimane dall’applicazione delle vetrofanie alcune donne hanno chiamato il centro antiviolenza di Asti che ha un cellulare acceso 24 ore su 24 (366 9287198): “Anche questo è uno strumento importante, un primo approccio, da chiamare o a cui inviare dei messaggi; noi pii consigliamo sempre un primo incontro dal vivo per capire meglio la situazione che ci si sta prospettando”, spiega Chechile. A breve verrà istituito un tavolo di coordinamento del progetto importante per “creare alleanze” necessarie per combattere la violenza in modo non violento, ma attraverso la conoscenza.