Torna – anche se sarebbe il caso di dire che non è mai finito – l’allarme fipronil. In Germania sono state rintracciate e bloccate nelle ultime settimane oltre 70mila uova provenienti dai Paesi Bassi con residui dell’insetticida vietato superiore ai limiti di legge. Uno scandalo che, partito proprio dall’Olanda e dal Belgio nell’estate 2017, non accenna a diminuire.
Nella fattispecie uova bio provenienti dai Paesi Bassi sono stati campionati nella città tedesca di Vechta e sono risultati contenere tra 0,014; 0,019 e 0,007 mg/kg di fipronil. Il livello massimo consentito in base alle normative Ue è 0,005 mg/kg. Un’analisi indipendente da un secondo laboratorio ha confermato la contaminazione con fipronil che si stima coinvolga 73.545 uova provenienti da Belgio e Olanda. La partita di uova contaminate, hanno spiegato le autorità tedesche, sono quelle identificate con il codice 0 NL 4031002. Scattato immediatamente il ritiro dal mercato.
Contaminazione ancora in atto
Nel frattempo, un recente rapporto dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha esaminato 5.439 campioni di uova in otto paesi tra il 1 ° settembre 2017 e il 30 novembre, riscontrando 742 positività oltre i limiti di legge. “I superamenti massimi dei livelli di residui – ha specificato l’Efsa – erano quasi esclusivamente legati al fipronil e sono stati associati a uova di pollo non trasformate (601 campioni), grasso di galline ovaiole (134 campioni), muscolo di galline ovaiole (5 campioni) e uova essiccate in polvere (2 campioni)”.
I campioni che hanno superato il limite legale provenivano dai seguenti paesi:
• Paesi Bassi – 664
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• Italia – 40
• Germania – 13
• Polonia – 11
• Ungheria – 6
• Francia – 5
• Slovenia – 2
• Grecia – 1
Nella sua relazione, l’Efsa ha raccomandato che in futuro il fipronil e altre sostanze chimiche simili dovrebbero essere incluse nelle attività di monitoraggio degli stati membri.