“Alcuni politici hanno alzato i toni prima delle elezioni, proponendo di mettere immediatamente al bando il glifosato, ma dopo le elezioni si sono resi conto della realtà” e, dice sostanzialmente Vytenis Andriukaitis il commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare in un’intervista a EurActiv, hanno poi fatto marcia indietro. La critica neanche tanto velata è diretta al presidente della Repubblica francese Emanuel Macron contestato proprio in queste settimane perché nella legge nazionale sull’agricoltura non ha mantenuto fede alle promesse elettoriali ovvero di mettere al bando l’erbidica più usato al mondo, “probabile cancerogeno” per la Iarc dell’Oms, che sarà vietato in Europa “solo” dal 2021.
Francia e Germania si scambiano i ruoli
Proprio la Francia, insieme all’Italia, aveva sostenuto il fronte del No al rinnovo della ri-autorizzazione all’uso del glifosato nella Ue. Fu la Germania che col suo “voltafaccia” spostò gli equilibri a favore del rinnovo per altri 5 anni all’uso del glifosato. Ora invece il governo della grosse koalition tedesca ha tra i punti la messa al bando nazionale del famigerato pesticida. Un vero e proprio scambio di ruoli!
“Aumentare indipendenza dell’Efsa”
Il commissario alla Salute si toglie un po’ di sassolini dalle scarpe visto che le scelte della Commmissione sul glifosato sono state profondamente criticate: “sul glifosato e sui neonicotinoidi abbiamo seguito sempre le prove scientifiche prima di prendere le scelte”. Ma poi ammette che “abbiamo molti problemi per quanto riguarda le valutazioni sui pesticidi che vanno dalle questioni ambientali e sanitarie alla sicurezza alimentare. Abbiamo bisogno di migliorare le capacità scientifiche, la trasparenza e l’indipendenza dell’Efsa e, naturalmente, garantire l’accesso ai dati”.