Accordo fatto a Berlino: il governo della Große Koalition tra la cancelliera Angela Merkel (Cdu) e il socialdemocratico Martin Schulz (Spd) prevede tra i punti in agenda il superamento “il prima possibile” del glifosato. Insomma dopo averlo imposto alla Ue, i tedeschi lo mettono al bando in casa propria.
Il “voltafaccia” di Berlino
Un vero e proprio paradosso se pensiamo che il rinnovo per altri 5 anni dell’uso del discusso erbicida – ritenuto “probabile cancerogeno” dalla Iarc – è avvenuto lo scorso 27 novembre proprio a causa del “voltafaccia” tedesco. In sintesi: in ben due occasioni la Germania a settembre e ottobre si è astenuta mentre a sorpresa il 27 novembre ha abbandonato l’Italia e la Francia ferme sul loro “No”, e si è schierata per il “Sì” al rinnovo della licenza per altri 5 anni del glifosato in Europa. Voti che hanno contato nella decisione finale in favore di quella Monsanto (proprietaria del RoundUp, l’erbificida più usato al mondo a base di glifosato) che dovrebbe anche in sposa alla tedesca Bayer.
Lo stop? “Il prima possibile”
Ora tra i punti dell’intesa, il nuovo governo Merkel-Schulz al capitolo “Agricoltura” prevede, tra l’altro, il superamento del glifosato il prima possibile, la riduzione di zucchero, grassi e sale negli alimenti trasformati (entro la fine del 2018 verrà presentato un piano), lo sviluppo dell’agricoltura biologica (obiettivo: il 20% delle terre agricole tedesche coltivate con pratiche biologiche entro il 2030) e riduzione dell’uso degli antibiotici negli allevamenti intensivi.