Non c’è famiglia con almeno un bambino piccolo che all’apparire dei primi freddi invernali ha come soprammobile in cucina una macchinetta per l’aerosol da utilizzare per ogni tipico malanno di stagione. Dalla tosse al catarro, senza distinzione alcuna, meglio se supportati da una bella dose di cortisone convinti che possa guarire i piccoli da ogni disturbo. La notizia è che, invece, l’aerosol è praticamente inefficace nei confronti dei tipici malanni di stagione mentre ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite. A spiegarlo al Corriere è Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università di Perugia e presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid) che non ha dubbi: in più della metà dei casi la terapia con aerosol è inutile.
Aerosol? Meglio la soluzione fisiologica
La presunta efficacia dell’aerosol nel trattamento dei malanni stagionali dei bambini è stata studiata approfonditamente anche da Antonio Clavenna, responsabile dell’Unità di Farmacoepidemiologia del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Clavenna, insieme al suo team e coinvolgendo la stessa Associazione Culturale Pediatri, nel 2010 ha dato il via a uno studio durato due anni su 520 bambini da 1 a 5 anni con infezioni delle vie aeree superiori, finanziato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). I piccoli volontari sono stati divisi in due gruppi: il primo è stato trattato con cortisone in aerosol, il secondo con soluzione fisiologica sempre in aerosol. Risultato: tra i due gruppi non è emersa alcuna differenza nell’entità del disagio e nella durata dei sintomi. Dunque, nel trattamento dei malanni stagionali che colpiscono prevalentemente la prima infanzia, l’efficacia dei farmaci cortisonici si è rivelata pari a quella della soluzione fisiologica, ovvero acqua purificata e sale allo 0,9%.
L’abuso del cortisone
Non solo. A smontare ulteriormente le convinzioni di noi genitori c’è l’Associazione Culturale Pediatri (Acp), libera associazione di 2.500 tra pediatri delle cure primarie, ospedalieri e universitari secondo cui al primo posto tra le cinque pratiche a rischio di inappropriatezza c’è proprio “l’uso abituale di cortisonici inalatori nelle flogosi (infiammazioni, ndr) delle prime vie respiratorie dei bambini”. Come per dire, abbiamo sbagliato proprio tutto!