Buone notizie per circa 29 milioni di utenti domestici del servizio elettrico: slitta di un anno l’entrata in vigore della terza fase della riforma della bolletta che, come ha stimato la stessa Autorità per l’Energia (Aeegsi), avrebbe comportato “significativi incrementi” tariffari per i clienti domestici.
La risoluzione Benamati
La commissione Attività produttive della Camera ha approvato la risoluzione del deputato Pd Gianluca Benamati che impegna il governo ad “assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a individuare gli obiettivi da privilegiare nell’attuazione dell’ultima fase della riforma tariffaria e a rinviare di un anno il completamento della riforma (…) in modo da assicurare gradualità nell’applicazione e omogeneità nella distribuzione delle variazioni tariffarie”. Lo stesso ministero dello Sviluppo economico aveva espresso “preoccupazioni”.
“Aumenti (scongiurati) fino al 9%”
A conti fatti, secondo le stime dell’Aeegsi, tra i 22 e i 29 milioni di utenti dal primo gennaio, per effetto della terza ed ultima fase della riforma elettrica scattata nel 2016, che introduce di fatto una “tariffa piatta” (tutti pagano lo stesso prezzo per il chilowattora a prescindere da quanti ne consumano – a compensazione per i clienti più “fragili” c’è il potenziamento del bonus elettricità ) avrebbero subito ingenti aumenti.
Scrive il portale specializzato QualEnergia.it: “Il rischio, ora scongiurato dal rinvio, era che all’effetto del terzo step della riforma delle tariffe dei domestici, si sommassero gli oneri per finanziare i nuovi sgravi agli energivori, che peseranno in totale 1,5-1,9 miliardi di euro, con aumenti complessivi per le famiglie che sarebbero potuti arrivare fino al 9% (senza contare i probabili rincari della componente energia dal primo trimestre 2018)”.