Pensate a un semaforo stradale che segni sempre verde: il traffico impazzirebbe. Ora immaginati di avere tra le mani un lattina di una bevanda zuccherata e l’etichetta a semafaro segnali il via libera con un bel verde semplicemente perché al posto dello zucchero sono stati usati i, non meno temibili, edulcoranti. L’informazione al consumatore impazzirebbe e, peggio ancora, l’inganno sarebbe servito.
Eppure un sistema di etichettatura del genere non è così dissimile da quello proposto alle istitutuzioni europee dalle sei sorelle del Big food: Coca-Cola Company, Mars, Mondeléz International, Nestlé, PepsiCo e Unilever hanno illustrato nei giorni scorsi il loro modello di semaforo, basato su tre colori e informazioni sulle porzioni e le sei multinazionali hanno invitato la Commissione a favorire un approccio armonizzato a livello Ue su questo tipo di etichette. Il rischio: disco verde alla Coca-Cola light (senza zuccheri ma con edulcoranti e senza contare i rischi legati al colorante caramello E150d) e disco rosso ad esempio al Parmigiano Reggiano o all’olio extravergine di oliva perché naturalmente “grassi”.
Foodwacth: “Ecco come limiteranno le luci ‘rosse'”
Molto critica la Ong consumerista Foodwatch: “Il principio proposto dalle sei multinazionali è semplice: trasformare il logo dei semafori britannici a proprio vantaggio con un approccio capriccioso. Questa manovra consentirebbe loro di mostrare meno luci rosse, rendendo i prodotti più sani di quelli che sono“. In Francia Foodwacth difende il sistema Nutri-Score che invece le sei sorelle del Big food non vogliono adottare: “Questi giganti del settore agroalimentare – denuncia Karine Jacquemart, direttore di Foodwatch – usano una vecchia tecnica antiquata di offuscare il dibattito; questa volta offrendo il proprio logo privo di qualsiasi base scientifica. È disinformazione. Non intendono realmente promuovere un’alimentazione sana producendo cibi più equilibrati. Stanno semplicemente cercando di evitare qualsiasi miglioramento nei loro prodotti”.
Il ministro Martina: “No al semaforo: informazioni forvianti”
Levata di scudi in Italia contro ogni ipotesi di informazioni nutrizionale “semplificata” attraverso i tre colori, verde, rosso e giallo. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ieri ha ribadito: “Siamo fermamente contrari all’etichetta a semaforo che fornisce informazioni fuorivianti al consumatore e penalizza prodotti di qualità riconosciuta anche dall’Europa. Siamo al fianco dell’intera filiera agroalimentare italiana in questa battaglia”.
Federalimentare e Coldiretti in una nota congiunta gli hanno fatto eco: “Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini italiani ed europei, ma anche il sistema produttivo di qualità del made in Italy”. Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare ha spiegato: “Siamo i primi a voler dare, con un unico sistema armonizzato a livello comunitario, informazioni corrette e chiare su ogni singola porzione nell’ambito di un corretto intake giornaliero, ma mai con sistemi semaforici che influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari”.
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L’Italia contraria anche al Nutri-Score francese
E il ministro Martina ha spiegato anche che l’Italia è contraria anche alla soluzione che sta sperimentando la Francia: “Ci siamo opposti al sistema dei ‘traffic lights’ inglesi così come al Nutri-score francese – prosegue il ministro -, perché non sono trasparenti. L’Italia è in prima linea per garantire ai consumatori il diritto di conoscere caratteristiche e origine delle materie prime degli alimenti e crediamo che l’Europa debba fare passi in avanti su questo”.