Il Codice del Terzo settore, approvato a luglio, ha riordinato per la prima volta una materia complessa, che riguarda un mondo costituito da 300mila associazioni, 1 milione di lavoratori e oltre 5 milioni di volontari. A questa riforma è dedicato l’e-book curato dall’avvocato William Di Cicco che ha provato a spiegare tutte le novità che prevede. Eccone alcune:
1 – La definizione di terzo settore
Per la prima volta si definisce per legge cosa è terzo settore, uscendo dalle formula sociologiche e indicando chiaramente nella legge e nei decreti quali enti e soggetti lo compongono.
2 – Il Registro Unico
Questa regolazione trova il suo baricentro e architrave in un unico Registro del Terzo settore che sarà monitorato e gestito dalle Regioni ma su un’unica piattaforma nazionale.
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3 – Una dotazione finanziaria
La legge ha una dotazione finanziaria di 190 milioni, per il 60% dedicati a incentivi di carattere fiscale (come per esempio l’incremento delle detrazioni sulle donazioni a favore di organizzazioni con finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale, in particolare per le organizzazioni di volontariato questa detrazione sarà pari al 35%), mentre le altre risorse sono destinate a implementare il Registro nazionale, a sviluppare il Fondo per i progetti innovativi di queste organizzazioni, che nel primo anno avrà una dotazione di 65 milioni.