Syngenta, colosso delle sementi biotech da poco “confluito” nel gruppo cinese Chem China, è stata condannata negli Stati Uniti a versare 217,7 milioni di dollari a oltre 7.000 agricoltori a titolo di indennizzo per aver venduto loro mais Ogm non ancora autorizzato in Cina, principale paese di destinazione dei cereali americani. Nel paese del Dragone la semente transgenica è stata autorizzata solo nel 2014 e quindi le esportazioni Usa degli anni precedenti ne hanno risentito ampiamente.
Una vera e propria beffa visto che i “farmers” statunitensi si sono ritrovati i granai pieni senza avere la certezza della vendita. Secondo il Tribunale di Kansas City, il gruppo agrochimico è responsabile del respingimento a partire dal 2013 in Cina di cargo con diversi milioni di tonnellate di mais che contenevano tracce della semente Ogm Agrisure Viptera. Questo tipo di granoturco, commercializzato negli Usa dal 2010, non era infatti stato approvato dalle autorità del paese asiatico: il via libera è giunto solo a fine 2014. Secondo i produttori americani l’Agrisure Viptera è stato quindi messo in circolazione troppo presto.
Dal canto suo Syngenta ha già annunciato il ricorso e ha precisato “gli agricoltori americani non dovrebbero basarsi su un governo straniero per decidere quali prodotti utilizzare nei loro campi”.