
C’è l’ex tennista che si è ritrovato a vivere in macchina – pur avendo mantenuto un lavoro – e ha bisogno di trovare dei vestiti gratis, ci sono le donne maltrattate che vivono nelle case rifugio, non possono lavorare e hanno bisogno di tante cose per se’ e spe
Come è iniziato
Tutto è i
vero”, racconta Lisa. Niente scaffali anonimi, non bisogna rovistare tra gli scatolini. “Ci teniamo che le persone siano accolte, trattate bene, che si sentano a proprio agio, che assaporino bellezza. In questo modo si intessono relazioni che mano a mano si approfondiscono; ci si conosce e si riesce a capire quali sono le necessità di ognuno dei nostri clienti, prevedendole ancora prima che ci vengano fatte delle richeiste”. La stessa cosa accade durante i mercatini stagionali (il prossimo si terrà il 12-13-14 maggio, nei Giardini del Baraccano, all’ombra dei cedri nel centro storico di Bologna, in concomitanza con la fiera Giardini & Terrazzi che si svolge nei vicini Giardini Margherita): “Curiamo l’allestimento del mercato per lungo tempo, troviamo un tema e lo portiamo avanti: ci piace che tutto avvenga in un luogo bello e curato”.
In Beneficienza
E il ricavato viene interamente devoluto ad attività benefiche, prevalentemente sul territorio, “perché crediamo sia importante che le persone si rendano conto di ciò che contribuiscono a creare: un’apparecchiatura altamente tecnologica per l’ospedale, un giardino dove disabili e normodotati giochino insieme”, ad esempio. Dove si può, le associazioni con cui Re-use with love entra in contatto restano sempre in relazione: “Non le molliamo più”, avverte Lisa, mentre snocciola tutta una serie di altri progetti che dal mercatino e dalla boutique sono nati e stanno nascendo, nell’ottica che riuso e relazione insieme possono fare cose enormi. Come quando è nato il marchio di borse RWL per le borse realizzate dalle donne detenute al carcere della Dozza del capoluogo. E i progetti sono così tanti (sul sito sono documentati) che ormai, lo spazio che il Comune ha dato a Re-use with love non basta più: “Sono circa 160 metri quadri ma noi ormai movimentiamo 120 quintali di materiali all’anno perché siamo invase da donazioni e con uno spazio più grande potremmo fare molte più cose”. Ad esempio creare lavoro. “Vorremmo organizzare laboratori per insegnare dei mestieri, cosa che per adesso abbiamo fatto nelle nostre case… Ma, ad esempio, con Re-Use for job, progetto appena lanciato, le nostre volontarie esperte in formazione, sono già riuscite a ricollocare due donne in situazione di grave fragilità”.
Creare indipendenza

indipendente chi non lo è: “Crediamo che solo così una società possa essere più solida, e cioè quando nessuno viene lasciato indietro”, sottolinea Lisa. L’esperienza di Re-Use with love è diventata oggetto di una tesi di laurea e la sociologa Roberta Paltrinieri l’ha studiata concentrandosi sul capitale sociale che crea: “E’ importante che noi stesse ci rendiamo conto del potenziale che abbiamo e di quali sono i nostri punti di forza”, commenta Lisa. Recentemente, attraverso la piattaforma di crowfunding DeRev, Re-Use with love ha ottenuto i soldi necessari ad acquistare un’Ape-car con cui “pensiamo di uscire dagli spazi dove si trova la boutique solidale per andare a trovare altra gente che non ci conosce nelle periferie”. L’avventura prosegue, dunque, si amplia e, a giudicare dall’entusiasmo delle mamme volontarie, si può immaginare che di strada se ne farà.








