Guerra del panino, il Miur si arrende: sì al pasto “fai da te”

Il ministero dell’Istruzione fa un passo indietro nella “guerra del panino”. Con una circolare indirizzata agli uffici scolastici regionali, ha riconosciuto il diritto delle famiglie a provvedere per conto proprio al pasto a scuola. Il ministero, fino ad oggi, ha sempre giocato la “carta” del ricorso nei confronti delle sentenze che davano ragione ai genitori che chiedevano la schiscetta libera in classe. Adesso accetta un armistizio almeno fino a che la Cassazione non dice la sua sulla vicenda.

Favorevoli e contrari: la “panino revolution” divide 

Nel numero di dicembre 2016 della nostra rivista, abbiamo dedicato un lungo servizio alle mense scolastiche e alla loro qualità. Tra i genitori che sostengono il diritto al pasto “fai da te” c’è chi pensa che il servizio di refezione è attualmente scadente e troppo caro. Dall’altro lato, i critici mettono in dubbio la scelta educativa.

“Non si tratta di bimbi viziati figli di genitori benestanti ma di persone che stanche di far mangiare male i loro bambini a costi troppo elevati: 1.400 euro la tariffa annuale piena e 300 euro la quota di iscrizione al servizio” spiega a Il Salvagente Giorgio Vecchione, avvocato torinese che ha seguito in giudizio le famiglie che tuttavia tende una mano al ministero: “Siamo disposti a partecipare alla stesura dei capitolati del nuovo bando perché siamo stanchi di verificare che molte città risanano i proprio bilanci utilizzando le mense scolastiche”. Tra chi sostiene che la libertà del panino comporta danni dal punto di vista educativo è Luigi Guerra, direttore del dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna: “Rifiuto l’eventualità del pasto da casa per più ordini di problemi: quello igienico-sanitario, in primis, ma non solo: con il pasto da casa si intraprende la strada che porta verso un individualismo sfrenato”.

 

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