Programmata per rompersi allo scadere del periodo di garanzia. L’abbiamo pensato tutti davanti alla lavatrice che ha smesso di funzionare dopo due anni esatti dall’acquisto. Riparare l’elettrodomestico oppure acquistarne uno nuovo? A sciogliere il dilemma in molti casi è il costo proibitivo dei pezzi di ricambio o, peggio ancora, la loro difficile reperibilità. A questo punto abbiamo una sola strada: comprare un nuovo elettrodomestico. Se in molti, tra i produttori di elettrodomestici, cercano di massimizzare i profitti grazie alla vendita di prodotti che durano giusto il tempo di superare la garanzia, c’è anche chi sta puntando a una strategia commerciale opposta: fidelizzare il cliente garantendogli la facile riparabilità del prodotto per almeno 10 anni. È la filosofia alla base della campagna “Riparabile 10 anni” lanciata dal gruppo Seb, presente in Italia con i marchi Rowenta, Tefal, Moulinex e Krups. A spiegarla al Test-Salvagente, è Alain Pautrot, direttore Tutela consumatori del gruppo.
Pautrot quando è nata questa idea?
È una visione che abbiamo avuto qualche anno fa. Nel 2008 abbiamo introdotto una politica per rendere i prodotti il più possibile riparabili e per il maggior tempo possibile.
Non pensate di farvi del male? Un prodotto che dura più a lungo rende di meno.
Se tu ripari i prodotti, non li cambi. Fidelizziamo un cliente e ripariamo solo la parte difettosa. Così spendiamo di meno, anche quando è in garanzia, rispetto alla sostituzione dell’intero prodotto. Oltretutto avendo tutte le parti di ricambio e avendo questa rete mondiale non ci costa così tanto.
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E se tra 8 anni non dovessi trovare chi ripara il mio aspirapolvere Rowenta?
Oggi qualsiasi riparatore professionale può facilmente avere accesso ai pezzi di ricam- bio e alle informazioni necessarie, e stiamo iniziando a mostrare istruzioni anche ai con- sumatori in modo da permettergli sempre di più di aggiustarsi da soli i prodotti.
Addirittura? Come fate?
Tramite tutorial sul sito, in inglese. Il primo sito con le informazioni in italiano dovrebbe arrivare per la fine di novembre.
Due mesi fa, noi del Test-Salvagente avevamo documentato la tendenza opposta dei produttori: rendere i piccoli elettromestici non riparabili, magari a causa di pezzi saldati e inaccessibili…
Se non puoi riassemblarlo, vuol dire che non puoi ripa- rarlo e diventa molto caro, così noi abbiamo chiesto agli ingegneri di trovare delle specifiche modifiche per il prodotto in modo che se per ripararlo devi rompere le unità per la chiusura, puoi sempre sostituire con delle nuove. Chi promette “lunga riparabilità” a partire dalla data di produzione è ingannevole verso il cliente, perché è impossibile dedurla dalla confezione del prodotto.
Ci sono eccezioni tra i “Riparabili 10 anni”?
Oggi misuriamo che il 97% dell’intera gamma è interamente riparabile. Con un’eccezione: se un pezzo di ricambio costa più del 50% del valore del prodotto, noi diciamo che non è riparabile.
Come assicurate la riparabilità per un tempo così lungo?
Quando finiamo di produrre un oggetto, cominciamo a stoccare i ricambi per i prossimi dieci anni. Oggi abbiamo pezzi di ricambio per arrivare al 2030, in Francia ne abbiamo stoccati circa 6 milioni.
E se finissero prima dei 10 anni previsti?
Abbiamo iniziato nel 2015 a stampare i pezzi di ricambio in plastica destinati alla produzione on demand con stampanti 3D professionali. Stiamo studiando i materiali più adatti. A maggio o giugno del prossimo anno dovremmo finire questa fase e potremo stampare 2.500 referenze. Da settembre nelle confezioni di una serie di prodotti il consumatore trova il marchio del progetto. Stiamo progressivamente rimpiazzando le confezioni.
E chi non dovesse trovarlo in confezione?
Il primo sito in italiano sarà Rowenta.it a fine novembre, dove saranno elencate le referenze per le quali si troveranno i ricambi per 10 anni. Nel frattempo si può controllare su Rowenta.fr.
Veniamo al punto critico: i 10 anni valgono dall’acquisto o dalla produzione?
Dall’acquisto, anche perché il consumatore non avrebbe modo di conoscere la data di produzione dalla confezione.
Quindi chi promette un’estensione a partire dalla produzione, ci inganna?
Direi di sì.
Pautrot, non sarà che vi state buttando sul business del mercato dei ricambi?
Tre anni fa abbiamo ridotto il prezzo dei nostri ricambi di circa il 30%. Noi non lo fac- ciamo per vendere i pezzi di ricambio. È una visione di lungo termine.
Se non abbiamo capito male potremmo ordinare direttamente i ricambi?
Li renderemo disponibili anche sul sito, ma oggi in Italia dobbiamo mandarli ai riparato- ri professionali. Se vendiamo ai consumatori direttamente e c’è uno sbaglio nel montarlo, ne siamo responsabili. Per questo abbiamo iniziato a fornire le istruzioni per riparare correttamente.
Promettete dei ricambi economici e veloci. In quanto tempo arrivano a chi li richiede?
In Italia spediamo in 3-5 giorni.