Oltre al crollo del prezzo del grano duro, crollato in un anno da 315 a 160 euro alla tonnellata, che fa infuriare gli agricoltori, a preoccupare è anche la forbice di prezzo che si è aperta tra il frumento convenzionale e quello coltivato con il metodo biologico.
La denuncia arriva da Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab: “Con un differenziale al quintale così alto tra convenzionale e biologico, 10 euro sul duro e circa 20 euro sul tenero, la tentazione di infilare del convenzionale nel circuito bio sarà ancora più forte. Su questo chiediamo agli organismi di controllo serietà e nessuna tolleranza; agli organi pubblici di vigilanza, un’azione di verifica pressante e, questa volta, nessun esame di riparazione per chi sbaglia. Serve poi che il ministero dell’Agricoltura imponga alle Regioni di svolgere quel ruolo di vigilanza sull’operato degli organismi di controllo, che solo in poche hanno fatto”.