La presenza di pesticidi oltre i limiti di legge negli alimenti resta molto bassa. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, il 97% dei campioni analizzati (oltre 83mila) non presenta tracce (54%) oppure ha concentrazioni di fitofarmaci sotto la norma (44%). Solo il 3% è risultato contaminato oltre i tetti fissati dalla normativa, molti provenienti da paesi extraeuropei.
Jose Tarazona, capo dell’unità Pesticidi dell’Efsa, ha dichiarato: “Gli alti tassi di conformità registrate per il 2014 sono in linea con gli anni precedenti, il che significa che l’Unione europea continua a proteggere i consumatori, controllando la presenza di residui di pesticidi negli alimenti”.
I bambini i più minacciati
Nello specifico quasi il 99% dei campioni biologici è risultato “pulito” mentre negli alimenti destinati ai bambini la presenza (seppure nei limiti di legge) di pesticidi è stata riscontrata nel 92% dei casi. Un dato davvero preoccupante sopratutto se si pensa al cosiddetto effetto cocktail ovvero la presenza di più residui e l’esposizione a più fonti contaminanti.
Le raccomandazioni: “Controllate il glifosato”
L’Efsa ha elaborato una serie di proposte, rivolte agli Stati membri, per migliorare l’efficacia del monitoraggio dei pesticidi nella Ue. Tra le quali quelle di rendere obbligatorio l’analisi del glifosato sui prodotti vegetali che diventano alimento per gli animali come soia, colza e orzo.
Ricordiamo che sul glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, l’Efsa ha dato un giudizio diametralmente opposto alla Iarc, l’Agenzia per la ricerca dei tumori dell’Oms: se per quest’utlima il glifosato è un “probabile cancerogeno“, l’Efsa ritiene che sia improbabile che il pesticida rappresenti una minaccia di cancro per l’uomo.
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La presenza dell’erbicida nel piatto
Ma quanto glifosato finisce nei nostri piatti? Nel Rapporto Efsa sono stati analizzati 4.721 campioni provenienti da 22 paesi anche se la stragrande maggioranza (il 68%) sono stati acquistati e portati in laboratorio dalla Germania. Il campione prevedeva 1.662 prodotti di frutta e noci, 1.359 di verdura e 1.348 di cereali. Le concentrazioni più alte (sempre però nei limiti di legge: 2 mg/kg) sono state riscontrate nei semi di girasole (presenza nel 50% dei campioni), nelle lenticchie secche (38%) e nei semi di senape (33%). Nell’orzo la “presenza” è stata rilevata nel 23% dei campioni. Solo in un caso è stato superato il limite di legge in un campione di fagioli secchi (2,3 mg/kg).
L’Esfa stigmatizza il numero limitato di campioni di soia analizzati dagli stati membri visto che parliamo di un prodotto sospettato di essere trattato particolarmente con il glifosato. Infine risulta strano il fatto che il glifosato, come scrivono gli autori del report, non venga “cercato” nei prodotti di origine animale, come ad esempio il latte e la carne.