Suona il campanello, vai ad aprire e ti trovi davanti la persona che ti ha contattata su Facebook e alla quale hai deciso di regalare quell’oggetto ancora in buono stato che a te non serve più. E sei felice di rendere ugualmente felice qualcuno. Il meccanismo è più che semplice, antico, ma qualcuno l’ha rispolverato, scoprendo che donare e avere in cambio un sorriso è ancora possibile.
È così che funziona “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, il gruppo Facebook che ormai conta mezzo milione di iscritti nato da un’idea di Salvatore Benvenuto. Ma il “modello” – oltre ad essere stato replicato (o addirittura quasi clonato…) on line – è diffuso sotto forme lievemente diverse ma con spirito simile, in varie città italiane dove sono nati “non-negozi” in cui si possono trovare oggetti donati da qualcuno e se ne possono prendere altri: luoghi in cui si può prendere qualche cosa anche senza aver donato nulla. E la crisi economica che ha investito il paese non c’entra, è quanto fanno sapere gli ideatori di questi progetti. O, se c’entra, è solo servita a far allargare un’onda che già si era formata, creata dal desiderio di ristabilire relazioni, combattere gli sprechi, condividere esperienze.
Mezzo milione di utenti in 4 anni
“Un giorno mi sono recato in discarica per portare alcune cose e ho incontrato un signore che mi ha chiesto se lo avessi potuto aiutare a scaricare un televisore” racconta Benvenuto, italiano di origini calabresi, residente da sempre in Ticino, formatore per professione. E prosegue: “Ho guardato quell’apparecchio notando che appariva nuovo e ho espresso al signore il rammarico perché si fosse già guastato. ‘Va benissimo’, mi ha detto lui, ‘è solo che non mi serve più e non so a chi regalarlo’. Inconcepibile, mi sono detto. E mi è venuta voglia di fare qualcosa che ponesse fine a questo inutile spreco”.
Detto, fatto. È nata così la pagina Facebook che poi si è ingrandita così tanto che Benvenuto ha messo su uno staff di volontari che lo aiutano a gestire questo progetto – ovviamente oggi con marchio registrato – composto da una trentina di persone. “Il successo è stato grandissimo, anche inaspettato in queste dimensioni, perché mezzo milione di utenti in quattro anni sono davvero tanti”, spiega. E aggiunge: “L’oggetto è un mezzo per ritornare a considerare gli altri, le persone che ci circondano come una risorsa: è questo il valore aggiunto di ‘Te lo regalo se vieni a prenderlo’”.
Come funziona Te lo regalo se lo vieni a prendere
Oltre tutto, fa notare l’ideatore, gli effetti di questa modalità di relazione, sono da evidenziare anche sotto altri aspetti: “Si evitano i magazzini, perché, ad esempio, una persona può decidere di donare cose molto ingombranti, anche un’intera cucina: farlo sarebbe molto più difficile se si dovesse spostarlo in uno spazio fisico, un mercato dell’usato ad esempio”. Ed è per questo che, infatti, i “non negozi” del dono, ospitano abitualmente solo oggetti poco ingombranti.
A fronte di poche regole condivise (come il divieto di donare oggetti a sfondo sessuale/erotico), tutto va nella direzione della “società empatica teorizzata da Jeremy Rifkin”, chiarisce Benvenuto. Esiste la possibilità di prenotarsi per un oggetto che viene messo in dono, ma non è detto che il primo che si prenota se lo aggiudicherà, perché il donatore decide sulla base dei suoi valori a chi regalarlo, scegliendo il destinatario magari per una frase scritta nel post di Facebook o perché crede che uno ne abbia più bisogno di altri o la sente più affine a se.
L’economia solidale con zero competitività
“Zero competitività, insomma”, scandisce Benvenuto. Che, per dare la possibilità, anche a chi non è iscritto al social network di entrare a far parte di questa rete virtuosa, si è inventato il sito Benewpeople.com. “Credo che sia importante che queste esperienze vengano capite anche dalle istituzioni, dagli enti locali, sia perché possono aiutare a gestire chi mette in campo progetti che diventano faticosi, per mole, sia perché incentivare forme di condivisione simili fa bene alla società”. Per lo stesso motivo il fondatore di ‘Te lo regalo se vieni a prenderlo” auspica anche che si riesca a trovare forme di collaborazione tra chi opera in questo senso e genera forme di economia solidale. “Non ha senso copiare un marchio e fingersi gli autori originari (sulla pagina Facebook si trovano i gruppi legati all’associazione originaria di cui condividono l’etica e le regole), ma semmai collaborare per essere più forti e per radicarsi nella società”, conclude Benvenuto.
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