Fino ad oggi ne è bandito l’utilizzo nei pesci di allevamento tanto nella Ue che negli Usa. Eppure presto il verde malachite, un colorante riconosciuto cancerogeno e genotossico, potrebbe essere sdoganato come trattamento negli “animali destinati al consumo umano”. Il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sui contaminanti nella catena alimentare (leggi qui il parere), su richiesta della Commissione europea, ha seguito di studi ha stabilito che “è improbabile che l’esposizione agli alimenti contaminati con il verde malachite in quantità che vanno fino a 2μg/kg possa costituire una preoccupazione sanitaria per l’uomo”. La palla ora passa alla Ue che è molto probabile che ne possa autorizzare l’utilizzo (almento fino a 2 microgrammi per chilo) nei pesci di allevamento.
A cosa serve l’MG
Ma a cosa serve il verde malachite? È un additivo a basso costo utilizzato nei farmaci veterinari come antifungino e antibatterico. Il suo utilizzo al momento è vietato in itticoltura (per capirci: è ammesso nei pesci d’acquario) sia perchè rimangono in modo perenne residui del colorante MG si del suo metabolita leucomalachite nei tessuti (che tendono ad assumere una colorazione verdastra). Ricordiamo infine che studi condotti sui ratti evidenziamo gli effetti cancerogeni e genotossici del colorante in questione con formazione di cancro della tiroide, del fegato e della ghiandola mammaria.
Acquisito il parere dell’Efsa ora spetta alla Commissione decidere se e come si andrà all’autorizzazione anche in itticoltura delle concentrazioni fino a 2 μg/kg di verde malachite nei pesci.