Motociclisti contro autostrade: la guerra infinita

I motociclisti ci riprovano, e rilanciano l’eterna guerra ai pedaggi autostradali, che nel nostro Paese equiparano i mezzi a due ruote alle auto. Perché in Italia, con la moto si paga la stessa tariffa riservata a un SUV da 6000 cc e oltre 2 tonnellate di peso.
L’iniziativa di protesta è stata lanciata ieri dalla Federazione Motociclistica Italiana (FMI) e dall’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo (Ancma); insieme alla rivista Motociclismo.
E si comincia proprio dal celebre mensile, che con il numero di giugno distribuirà decine di migliaia di adesivi per scatenare – anche attraverso l’hashtag #metapedaggio – una sorta di guerrilla marketing contro questa sperequazione.
Oltre che sulla rivista Motociclismo, la campagna di sensibilizzazione avverrà anche attraverso i canali informativi e social della FMI e di ANCMA.
Alla base dell’iniziativa c’è la consapevolezza che in altri paesi spesso le moto non pagano l’autostrada; o se la pagano godono di una tariffazione scontata. Fra le argomentazioni portate a sostegno della campagna, anche l’incidentalità autostradale delle moto, dimezzatasi fra il 2008 e il 2015. E il fatto che a oggi, solo lo 0,5% del fatturato delle concessionarie autostradali deriva dai pedaggi di mezzi a due ruote. Cosa che, secondo i promotori, rende effettivamente sostenibile per i bilanci l’introduzione di una tariffa inferiore, senza ulteriori misure di riequilibrio dei conti.
“Una moto – si legge nel comunicato congiunto – pesa un sesto di un’auto e occupa un quarto dello spazio: perché non premiare chi fluidifica il traffico, come avviene per esempio con lo sconto già praticato da alcune autostrade per il car pooling?”.
E ancora: “tra i 7 milioni di motociclisti italiani, il 64% (fonte Motociclismo.it, sondaggio del 16/05/2016 su un campione di 2.072 persone) vede la via più sicura per spostarsi proprio nell’autostrada, e la imboccherebbe molto più spesso se fosse praticato un pedaggio su misura. Quale enorme contributo alla viabilità darebbe lo Stato italiano se fornisse un aiuto concreto a tutti questi utenti?”.

Una battaglia iniziata nel 1994

L’argomento pedaggi per le moto è un vecchio cavallo di battaglia della FMI, che già oltre 20 anni fa tentò di ottenere tariffe agevolate. Allora fu un’azione di lobbying, alla quale fece da contraltare l’iniziativa del Coordinamento Motociclisti, che a lungo invitò i suoi soci a praticarsi un’autoriduzione delle tariffe, facendosi fare il verbale dal casellante.
Nessuno di tali sforzi ottenne mai alcun risultato. Fondamentalmente perché i motociclisti sono individualisti, e non dettero grande riscontro neanche alle iniziative di raccolta di firme che si promossero. Insomma, non si riuscì mai a fare massa critica.
È vero anche che, a parte i turisti che si sobbarcano lunghi trasferimenti, gli appassionati delle due ruote per i loro spostamenti continueranno comunque a preferire le sinuose strade statali.
Certo, il rapporto fra motards e autostrade appare inevitabilmente compromesso. E forse, visto che i motociclisti sono anche automobilisti, l’idea di un’azione destinata ad avere grande risalto mediatico e ricadute dirette sull’immagine delle autostrade potrebbe sortire qualche effetto. Tutto starà alla capacità dei soggetti in questione di catalizzare l’attenzione dei grandi media. E di “fare opinione”.

Qualche numero

Nel frattempo torna utile capire lo stato dell’arte. Una ricerca fatta nel 2013 ha chiarito che le autostrade sono gratuite in Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania (pagano solo bus e mezzi commerciali), Norvegia, Olanda e Svezia.
Ci sono invece tariffe differenziate auto-moto in Austria (sconto maggiore del 50%), Francia (-43%) e Slovenia (circa -50%). La tariffa unica per auto e moto esiste infine in Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera e Ungheria. Ma i prezzi in questi casi sono spesso veramente bassi.

Cosa possiamo ottenere?

Le tariffe autostradali sono stabilite dal Parlamento nel loro meccanismo di determinazione e supervisionate dal ministero dei Trasporti negli aggiornamenti annuali regolati da un meccanismo chiamato “Price cap”, legato a una serie di valori quali investimenti, efficienza e fatturato.
Cambiare la tariffazione è dunque un’operazione complessa, che va fatta in Parlamento e che richiede un’azione di lobbying. Però, visto che le autostrade hanno oggi le tecnologie che permettono di discriminare le auto dalle moto, ci sarebbe possibilità di introdurre offerte tariffarie specifiche; magari in forma di promozione. Del resto, quando il governo ha voluto introdurre scontistiche mirate come lo sconto per i pendolari, non a caso scontabile in fattura solo per i possessori di Telepass, lo ha fatto in un attimo senza incontrare ostacoli e senza richiedere aggiornamenti tecnici. Volendo si può.

Motociclisti, fatevi sentire!

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