Che succede se, lasciando l’auto in una zona di sosta a pagamento (regolata dalle cosiddette strisce blu), si arriva in ritardo di qualche minuto rispetto alla scadenza del ticket e, nel frattempo, viene elevata una multa? Esiste un tempo di tolleranza in cui il vigile può “evitare” di procedere alla contravvenzione? La legge non prevede un margine di tempo “franco” tra l’acquisto di un ticket e l’altro. In buona sostanza, allo scadere dell’ultimo minuto di sosta coperto dal pagamento e indicato sul talloncino, l’automobilista è tenuto a spostare il mezzo o ad acquistare un nuovo biglietto. In assenza di ciò, potrebbe scattare una multa da 25 euro, ma esiste un “ma” enorme come una casa: non essendoci una norma in questione le multe sono illegittime. Ve la raccontiamo intervistando un esperto in materia, l’avvocato Angelo Greco.
Avvocato Greco, esiste una normativa specifica per quando scade un ticket e si viene multati?
Al momento no. Lo aveva dichiarato già nel 2007 il ministro dell’Interno ed è stato ribadito dal ministero dei Trasporti lo scorso anno. Il codice della strada non prevede norme in tal senso. Chi non paga il rinnovo del ticket per le aree di sosta a pagamento, le cosiddette strisce blu, non è soggetto ad alcuna sanzione poiché non esiste normativa di livello primario (legge, decreto legge, decreto legislativo) che stabilisca la conseguenze di tale omissione. Il codice della strada prescrive solo che al momento del parcheggio – e quindi al primo pagamento – il ticket va esposto in modo visibile in modo da consentire i dovuti controlli. Ma nulla dice in merito al rinnovo dello stesso ticket, una volta scaduto il primo. Chiarisco con un esempio: chi, ritornando alla propria auto un quarto d’ora dopo la scadenza del primo ticket, dovesse trovare una multa per mancato rinnovo, potrebbe ben impugnarla poiché la sanzione è inesistente perché non sorretta da alcun dato normativo.
Esistono sentenze in merito che hanno stigmatizzato il buco normativo e dato ragione agli automobilisti?
Alcune sentenze dei giudici di pace hanno riconosciuto l’inesistenza di questa normativa. La questione si è poi allargata a macchia d’olio coinvolgendo le prefetture e il ministero. Del resto nel nostro ordinamento vige il principio di legalità secondo cui le sanzioni amministrative e le pene per i reati non possono essere comminate se non sono espressamente previste da una legge specifica. È assolutamente vietato ricorrere peraltro all’analogia in caso di vuoti normativi. In altre parole non è possibile far scattare gli effetti previsti da un’altra legge se questi sono sfavorevoli al cittadino. Nel caso concreto è vietato applicare l’unica norma che sarebbe possibile applicare, e cioè quella prevista qualora non venga pagato il ticket per il parcheggio.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Per tappare questo vuoto legislativo interviene il ministero dei Trasporti?
Sì. L’anno scorso è intervenuto il ministero dei Trasporti, anche perché sollecitato dalle prefetture. Le sue parole sono state chiare: dal momento che il Parlamento non ha ancora colmato questo vuoto normativo, sarebbero dovuti intervenire gli enti locali tramite regolamento comunale. Questo è una fonte normativa inferiore rispetto alla legge, ma pur sempre vincolante per i cittadini. I Comuni, quindi, avrebbero potuto stabilire le modalità di gestione degli spazi a pagamento e risolvere così la lacuna normativa; non avendolo fatto (almeno in gran parte) le multe continuano ad essere nulle.
I Comuni cosa devono fare per adeguarsi o quali potrebbero essere le conseguenze per il cittadino?
A causa della lacuna normativa l’unica strada da percorre è quella del normale recupero crediti in via civilistica, non potendosi applicare sanzioni amministrative. È quello che avviene, ad esempio, quando un cittadino non paga la bolletta del telefono. Altrimenti bisogna ascoltare le parole del ministro: per trasformare questo illecito da civile ad amministrativo, l’unica soluzione è emanare il regolamento interno di cui ho parlato prima.
Ad oggi la stragrande maggioranza dei Comuni non ha emesso ordinanza? Cosa significa?
Sì, è vero, le ordinanze non sono state emesse e questo vuol dire che le multe sono nulle. I Comuni che vogliono recuperare i soldi delle sanzioni dovrebbero richiedere al tribunale un decreto ingiuntivo. Ma anche questa è una strada poco praticabile perché è necessaria una prova scritta. In tal caso sarebbe necessario che un pubblico ufficiale, vale a dire il vigile urbano, dichiari su un atto pubblico la circostanza della presenza dell’auto sulle strisce blu, senza ticket. Ma sappiamo bene che molte di queste multe vengono comminate dagli ausiliari del traffico che non sono pubblici ufficiali. Dunque sarebbe necessaria in questi casi una causa ordinaria, con tanto di citazione, tempi e costi antieconomici rispetto al valore della multa.