Farina d‘avena, ciambelle, patate, caffè e persino uova e panna per il caffè. L’associazione non governativa americana Alliance for Natural Health ha trovato tracce di glifosato in 10 dei 24 campioni di alimenti analizzati. “La presenza del pesticida in uova e latticini, che non sono alimenti a diretto contatto con il glifosato, dimostra che la chimica si sta accumulando nei tessuti di questi animali e quindi presumibilmente anche nei tessuti umani, in un processo chiamato bioaccumulo” ha spiegato Gretchen DuBeau, direttore dell’associazione, aggiungendo che “il glifosato è stato collegato a un aumento dei livelli di seno, tiroide, del rene, del pancreas, del fegato e di tumori alla vescica e viene servito per la prima colazione, il pranzo e la cena in tutto il mondo”.
Entro giugno la decisione della Commissione europea
Il glifosato è l’erbicida più usato al mondo e al centro di una querelle scientifica e politica. Entro giugno la Commissione europea dovrà rinnovare l’autorizzazione per i prossimi 15 anni: un compito arduo dal momento che dovrà trovare una sintesi tra tre diverse posizioni in campo. A marzo 2015 la Iarc ha classificato l’erbicida tra le sostanze probabilmente cancerogene mentre pochi mesi dopo, a novembre, l’Efsa è giunta alla conclusione che non esistono prove sufficienti che possano collegare l’insorgenza di alcuni tumori con l’uso massiccio di glifosato. Infine la decisione di una settimana fa del Parlamento europeo che ha votato una risoluzione, rivolta proprio alla Commissione europea, in cui chiede di rinnovare l’autorizzazione per soli 7 anni e di limitare l’uso ai soli professionisti.
La lobby Monsanto
Insomma, in mancanza di una conclusione univoca sulla sicurezza del pesticida, Bruxelles è chiamata ad una missione “quasi” impossibile visti, anche, i forti interessi economici in gioco. Basti pensare che la Monsanto con il suo Roundup (il nome commerciale dell’erbicida) ha incassato un bel po’ di dollari.
Le nostre analisi
Nel prossimo numero de il Test-Salvagente che sarà in edicola sabato 23, i risultati delle prime analisi italiane che misurano la presenza del glifosato in molti alimenti.