Per il Ministero sono controlli di sicurezza
Dal canto suo, il Mise sostiene che “lo schema di decreto al quale stanno ancora lavorando gli uffici tecnici del MISE prevede che entro i prossimi due anni un apposito nuovo provvedimento dovrà censire gli impianti più vecchi per stabilire – dopo aver coinvolto Parlamento, Regioni e tutti gli operatori economici interessati – casi, tempi e modalità per gli eventuali interventi necessari per l’adeguamento ai requisiti di sicurezza minimi in vigore in Europa”.
In ballo 6 mld di euro
Se è vero che si tratta dell’ennesima richiesta dell’Europa, è anche vero che in ballo ci sono un bel po’ di soldi: in Italia ci sono circa 700mila ascensori costruiti prima di quella data e la spesa per i milioni di italiani che ne usufruiscono sarebbe di 15mila euro a impianto con un onere di circa 6 miliardi di euro per le famiglie italiane (queste le stime di Confedilizia nel 2009). Somme importanti a fronte di un numero inesistente di incidenti mortali causati da un malfunzionamento degli impianti.
Confedilizia: il Governo stralci quella norma
Non si è fatta attendere la replica di Confedilizia che tramite il suo presidente Giorgio Spaziani Testa ha fatto sapere che “le cose stanno esattamente come le abbiamo descritte”. “Il Ministero dello sviluppo economico riconosce che, nel recepire la direttiva europea n.2014/33/UE, è stata inserita nello schema di d.p.r. una verifica straordinaria (non sapremmo come definire altrimenti una verifica sinora non prevista…) sugli ascensori, che la direttiva in questione non prevede, aggiungendo che la proposta non è stata ancora «condivisa e approvata» dal Governo” spiega il presidente che conclude con un auspicio ovvero che il Governo disponga l’eliminazione dalla bozza di provvedimento di questo «corpo estraneo», con il quale si vorrebbero imporre ai proprietari di casa spese assolutamente non necessarie e certa mente onerose per la maggior parte delle famiglie italiane.