La Camera all’unanimità ha detto sì alla riforma della class action. Il disco verde è arrivato ieri sera con 388 voti favorevoli, un astenuto e nessun contrario e ora il provvedimento, presentato dal Movimento 5 stelle e modificato in base a un serie di emendamenti proposti dal Pd, è atteso alla prova del Senato.
Tra le novità introdotte dall’articolato approvato dall’Aula di Montecitorio la possibilità per un cittadino di presentare l’istanza del risarcimento – ovvero la possibilità di entrare a far parte dei proponenti dell’azione – anche dopo il verdetto del giudice. Non solo. Sarà più facile promuovere una azione di classe in quanto sono stati eliminati o fortemente ridotti diversi obblighi – compresi quelli economici – che prima limitavano la possibilità di presentare un’azione di classe. La causa collettiva, chiarisce poi il testo approvato, può essere presentata tanto nei “confronti di imprese ovvero nei confronti di enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità”.
“A tutela di tutti i cittadini”
“Abbiamo approvato un testo di qualità con il quale si colma lo spread di modernità tra l’Italia e i paesi con tutele più avanzate”, commenta a il Test Walter Verini capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera e tra i promotori della riforma. La disciplina dell’azione di classe entra a far parte del codice di procedura civile e quindi esce dal codice del consumo. “Abbiamo esteso l’ambito di competenza – aggiunge Verini – passando dalla pur fondamentale tutela del consumatore a quella più ampia di tutela del cittadino”.
La novità più significativa è sicuramente quella che consente ai cittadini di aderire alla class action anche dopo il pronunciamento della sentenza. “Seguendo il modello francese – aggiunge il deputato del Pd – abbiamo introdotto questa possibilità che consente, anche a chi non ha aderito preventivamente alla classe, dopo la sentenza del Tribunale di poter formulare un’istanza al giudice per ottenere il risarcimento qualora l’interesse leso sia simile a quello tutelato dalla sentenza”. E a chi accusa che la class action possa essere un danno per le aziende e il mercato Verini replica: “Rappresenta un modo moderno per tutelare i diritti di tutti i cittadini e i dei consumatori ma, al contempo, non penalizza la stragrande maggioranza delle imprese e delle società di servizi che sono responsabili e serie. Sarà uno stimolo per le aziende per fornire prodotti e servizi migliori”.
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La partita del Senato
Soddisfatto Alfonso Bonafede (M5s) vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera e firmatario della proposta di legge approvata a Montecitorio: “I cittadini non saranno più soli davanti ai poteri forti e potranno unirsi per far valere i loro diritti. Del provvedimento se ne avvantaggerà anche la macchina giudiziaria che vedrà ridursi i contenziosi che saranno unificati in procedimenti unici. Ora, però, tocca al Senato e sappiamo che i lobbisti sono già all’opera per ostacolare la legge. A loro diciamo: giù le mani dalla class action”. Per Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, rispettivamente presidenti di Adusbef e Federconsumatori, “la nuova class action è una norma di civiltà giuridica che rafforza la tutela dei diritti dei cittadini consumatori e sprona la concorrenza”. Ora la palla passa al Senato e il voto potrebbe essere calendarizzato anche prima della pausa estiva.