Anatocismo, Mc chiede l’intervento dell’Antitrust e Banca d’Italia

Movimento consumatori chiama in causa l’Antitrust e la Banca d’Italia contro l’anatocismo. Non è bastato infatti né il pronunciamento del Tribunale di Milano che ha accolto l’azione inibitoria contro di Ing Bank, Banca popolare di Milano e Deutsche Bank imponendo di cessare l’attività anatocistica e nemmeno la successiva richiesta dell’associazione di inibitoria nei confronti di altre dieci istituti bancari. Le banche non solo continuano a capitalizzare gli interessi già maturati ma non intendono neanche rimborsare i correntisti.

Rimborso per i correntisti

Così il Movimento consumatori (Mc) chiede l’intervento diretto delle due autorità di vigilanza. Con l’esposto all’Autorità garante della concorrenza e il mercato l’associazione chiede di “avviare nei confronti di 30 banche e dell’Abi (Associazione bancaria italiana) un’istruttoria finalizzata ad accertare se l’applicazione di interessi anatocistici passivi costituisca pratica commerciale scorretta idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dei consumatori, e se sussista tra le imprese bancarie un’intesa sull’applicazione di interessi anatocistici passivi che abbia per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare la concorrenza all’interno del mercato nazionale”.

Alla Banca d’Italia l’associazione presieduta da Alessandro Mostaccio sia di accertare nei confronti di 30 istituti di credito “le violazioni di divieto di anatocismo” e di adottare i provvedimenti previsti dalle legge, in primis “l’immediata restituzione di tutti gli interessi anatocistici corrisposti dai clienti dal 1° gennaio 2014”, stimati dall’associazione in oltre 2 miliardi di euro.

“Si muova Banca d’Italia”

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Molto netto Alessandro Mostaccio, segretario generale dell’associazione: “Invitiamo il governo e la Banca d’Italia a dare immediata e definitiva attuazione all’art. 120 Tub. Sebbene il divieto di anatocismo sia operante dal 1° gennaio 2014, l’attuazione di tale disciplina ad opera del Cicr (Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio) eliminerebbe definitivamente ogni scusa alla palese violazione del divieto posta in essere dall’intero sistema bancario”.

L’associazione chiede un intervento diretto soprattutto da via Nazionale. “I diritti della clientela bancaria – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio credito e risparmio di Mc – devono necessariamente essere tutelati dalla Banca d’Italia quale autorità di vigilanza sull’intero settore creditizio; l’art. 128ter del Testo unico bancario consente perfino alla Banca d’Italia di ‘ordinare la restituzione delle somme indebitamente percepite e altri comportamenti conseguenti’. È ora che la via Nazionale intraprenda su questa materia specifiche iniziative a tutela di tutta la clientela”.