Occhio ai pidocchi (e agli antipidocchi): il test su 7 trattamenti

Con la scuola sono tornate le pediculosi. E il ricorso a pettinino e lozione antipidocchi per l’eliminazione dei fastidiosi parassiti. Un test di laboratorio ha misurato l’efficacia di 7 prodotti e di qualche trattamento frutto del passaparola

 

Con la scuola, ci sono tante cose a cui prestare attenzione: lezioni, compiti e, purtroppo, anche i pidocchi. Trattarli comporta tanta fatica e i giusti alleati: prodotti farmaceutici (quindi veri e propri presidi medico chirurgici) come shampoo, gel o spray, ma anche e soprattutto il pettinino a denti fitti apposito per i pidocchi, meglio se in metallo con meno di un millimetro di spazio tra i dentini.
La pratica del wet combing, ovvero passare il pettine dalla radice alle punte dei capelli dopo aver applicato un prodotto antipediculosi, è fondamentale per l’eradicazione degli animaletti e delle lendini, le uova, che possono sopravvivere sulla cute per circa 10 giorni prima di schiudersi.

Quali prodotti funzionano davvero? Il nostro test

Più difficile la scelta del prodotto più adeguato. Per questo il Salvagente ha preso in considerazione sul numero di dicembre diversi prodotti, valutando le prove di efficacia e gli ingredienti che li compongono. Alcuni hanno un’azione di tipo chimico: siliconi come il dimethicone, creano una pellicola impermeabile sui capelli che soffoca i parassiti.
Stesso meccanismo per prodotti a base di oli naturali e oli vegetali (solitamente di cocco o jojoba), con qualche controindicazione legata a possibili reazioni indesiderate.

Ci sono poi i preparati ad azione insetticida, spesso a base di permetrina, piretrine o malathion: hanno azione neurotossica sul sistema nervoso del pidocchio ma non sulle lendini (uova). Si è anche notata una resistenza da parte degli insetti a questi prodotti che hanno meno efficacia. Ancora più importante: il malathion è stato classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) come probabile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2A) ed è ritenuto un interferente endocrino, dunque va evitato.

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La prevenzione? Un bluff

Che dire, poi dei prodotti che promettono un’azione preventiva sull’infestazione?
Come ci ha spiegato nel servizio che trovate nel numero di dicembre, il dottor Andrea Diociaiuti, responsabile del Centro delle dermatosi croniche complesse e genodermatosi del Bambino Gesù, non ci sono studi che ne garantiscano l’efficacia, quindi sarebbe meglio evitarli, tenere d’occhio i segnali di contagio e intervenire il prima possibile in modo da evitare una vera e propria infestazione.