West Nile, solo l’1-2 % delle infezioni provocano il ricovero

WEST NILE REPELLENTI ZANZARE

Mentre salgono a 9 le vittime in Italia per il virus trasmesso dalle zanzare, il Sivemp, la Società dei veterinari pubblici, fa il punto su contagi, interventi e prevenzioni: “L’approccio One Health, l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, è efficace”

Salgono a 9 le vittime del West Nile, il virus trasmesso dalle zanzare. La particolarità è che le zanzare infette si sono diffuse in regioni, come Lazio e Campania, dove il virus non è endemico, come invece lo è nell’area del Delta del Po. Le prime regioni colpite furonol’Emilia-Romagna e il Veneto, seguite dalla Lombardia nel 2008.

L’altra cosa da sottolineare è che solo l’1-2 % delle infezioni provocano il ricovero ospedaliero. Ma se guardiamo la media dei casi e decessi a livello nazionale siamo in linea con gli anni precedenti, con il mese di luglio che registra molti casi, si raggiunge un picco ad agosto e tende poi a diminuire. E’ cambiata però la distribuzione dei casi che confinati dal 2009 alla Pianura Padana, adesso è estesa con focolai nel Centro-Sud (con 2 focolai attivi uno ad Anzio e Latina, uno in Campania), e pochi casi in Emilia-Romagna e Pianura Padana.

È importante sottolineare che il virus non si trasmette da persona a persona per contatto diretto e che ad oggi non esiste vaccino contro questo virus.

Il Sivemp, il Società italiana di medicina veterinaria pubblica, ha raccolto una serie di informazioni utili sul virus in una brochure informativa dove evidenzia “l’importanza della prevenzione e il ruolo della sorveglianza veterinaria, nell’ottica One Health” ovvero l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale.

Il West Nile virus o virus della Febbre del Nilo, è tornato alla ribalta sulla stampa, ma non è una patologia nuova: isolato per la prima volta in Uganda, nel distretto del West Nile, nel 1937, è un arbovirus – ovvero virus trasmessi dagli insetti artropodi – appartenente alla famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus. La zanzara Culex pipiens è il principale vettore.

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Trasmissione, sintomi e diffusione

Dopo il “pizzico” della zanzara infetta e un periodo di in incubazione di 2-14
giorni, l’80% delle infezioni è asintomatico nell’uomo.
Il restante 20% manifesta sintomi lievi (febbre, mal di testa, linfonodi ingrossati, eruzioni cutanee). Le forme gravi (encefalite, meningite) sono rare (0,5-1%) ma potenzialmente letali, soprattutto in anziani e soggetti fragili.

In Italia il Centro nazionale sangue e il ministero della Salute stanno attuando il Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi (PNA) 2020-2025 che adotta un sistema di sorveglianza integrata animale-ambiente-uomo per monitorare e contenere efficacemente la diffusione del virus sul territorio nazionale. Nel frattempo le donazioni di sangue prevedono il test per scartare il contagio da West Nile.
In questo contesto, ricorda il Sivemp, la sorveglianza veterinaria è cruciale e si articola su tre livelli:
Sorveglianza Entomologica: monitoraggio delle zanzare Culex tramitetrappole e analisi per identificare le aree a rischio.

Sorveglianza sugli Equidi: i cavalli sono “sentinelle” dell’infezione,monitorati per sintomi neurologici.

Sorveglianza sull’Avifauna: monitoraggio di uccelli selvatici, migratori estanziali, per comprendere la diffusione geografica del virus.

Monitorando uccelli e cavalli, i Servizi veterinari dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl e gli Istituti zooprofilattici sperimentali individuano precocemente la circolazione del virus. Questa allerta precoce permette di attivare misure di sicurezza pertrapianti e trasfusioni (gestite dal Centro Nazionale Sangue e Trapianti), minimizzando il rischio di trasmissione del virus  In alcuni casi il West Nile virus è stato intercettato nei vettori anche 9 giorniprima che si manifestasse il primo caso umano.

In Italia, sono sottoposte a sorveglianza umana e animale anche altre malattie virali trasmesse davettori come, Chikungunya, Dengue, Zika, Usutu, Encefalite da zecca (TBE), Infezioni neuro-invasive da virus Toscana.

Come limitare la diffusione

Per una risposta efficace al WNV, non esistendo un vaccino umano, la prevenzione si basa su protezione individuale (repellenti, zanzariere) e misure ambientali. La disinsettazione preventiva delle zanzare, soprattutto in aree a rischio come laghi e raccolte d’acqua, è fondamentale e dovrebbe essere ripetuta più volte l’anno, non solo in risposta ai casi. In particolare sono prioritarie le attività di:

Eliminazione dei siti di riproduzione delle zanzare con larvicidi e disinsettanti.

Monitoraggio permanente in porti e aeroporti internazionali.

Sorveglianza entomologica delle aree a rischio.

Analisi di volatili morti suscettibili al WNV.

Uso di zanzariere o repellenti nelle stalle per gli equidi.