Raffrescamento a pavimento: sogno estivo o missione impossibile?

Pubbliredazionale a cura di Soluzioni Green

Finalmente è arrivata l’estate! Le temperature aumentano, le zanzare pure, e forse – guardando qualche video online – ti è venuto il dubbio: “Ma se usassi la mia pompa di calore e l’impianto a pavimento anche per rinfrescare casa?”

Ottima idea… forse.

La domanda sorge spontanea: il tuo impianto a pavimento è idoneo per il raffrescamento estivo?

La risposta è: dipende. Non tutti gli impianti a pavimento sono adatti a essere convertiti in modalità estiva. Ma niente panico: in questo articolo analizzeremo i tre pilastri fondamentali per capire se il tuo impianto può darti una mano a combattere il caldo d’estate.

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Come funziona il raffrescamento a pavimento?

Prima di pensare a modifiche o installazioni, serve un minimo di teoria. Il raffrescamento a pavimento è un sistema radiante, diverso dai classici split o ventilconvettori che utilizzano l’aria per raffrescare. In parole povere, non ti spara aria fredda in faccia: assorbe il calore dagli ambienti attraverso superfici fredde (il pavimento, appunto).

Qui entra in gioco un concetto base della fisica: il freddo non esiste. Esiste solo il calore e il suo spostamento. Raffrescare significa portare via calore dagli ambienti. E qui arriva il primo problema: le case moderne sono progettate per trattenere il calore, non per eliminarlo. Ottimo in inverno, tragico in estate.

Il grande nemico: l’umidità

Non è tanto il caldo che uccide, quanto l’umidità. Quando l’aria è satura di vapore acqueo, il nostro corpo fatica a dissipare calore tramite il sudore, e si entra in quella famosa modalità “appiccicaticcio da materasso appesantito”.

Ora, bisogna distinguere tra calore sensibile (quello che alza o abbassa la temperatura) e calore latente (quello nascosto nel vapore acqueo). Gli impianti radianti come il pavimento agiscono solo sul calore sensibile. Quindi: sì, abbassano la temperatura, ma non tolgono l’umidità.

Gli split, invece, deumidificano naturalmente, perché l’aria condensa sulle loro superfici fredde. Con il pavimento radiante, serve un deumidificatore dedicato, altrimenti l’effetto sarà quello di un pavimento fresco… ma sotto una cappa tropicale.

Il primo requisito: il deumidificatore (vero)

Non basta la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), utile per il ricambio d’aria, ma poco efficace d’estate quando l’aria esterna è tanto calda quanto umida. Serve un deumidificatore attivo, in grado di gestire il carico latente e asciugare l’aria. Ed è cruciale in buona parte d’Italia: Pianura Padana? Obbligatorio. Zone costiere? Altamente consigliato. Zone montane? Forse si può evitare.

E no, non vale dire: “Eh ma di notte apro le finestre”. Perché far entrare aria umida di notte significa mettere a dura prova l’impianto e rischiare la formazione di condensa. Meglio evitare.

Il secondo requisito: la termoregolazione evoluta

Un impianto radiante, di per sé, è “stupido”: è solo un tubo con dentro dell’acqua. A fare la differenza è come lo gestisci. In estate diventa fondamentale controllare:

  • La temperatura dell’acqua di mandata (troppo bassa? Condensa!)
  • L’umidità ambientale
  • La temperatura superficiale del pavimento

Un buon sistema di termoregolazione evoluta è in grado di regolare automaticamente questi parametri, evitando che si formi condensa, come quando metti la bottiglia d’acqua fredda sul tavolo e sembra stia piangendo lacrime di umidità.

E sì, succede anche nei pavimenti. Peggio ancora: se la condensa si forma in punti nascosti, ciao ciao pavimento, benvenuta muffa.

Il terzo requisito: le abitudini di chi ci vive

Sì, perché puoi avere l’impianto più figo del mondo, ma se poi apri le finestre ogni due ore, mandi tutto a monte. Un impianto a pavimento lavora in modo lento ma continuo, sia in inverno che in estate. Quindi:

  • No a finestre aperte di giorno
  • No a ricambi d’aria continui senza motivo
  • Sì a un comportamento coerente col funzionamento dell’impianto

Altrimenti, ti ritrovi con il pavimento bagnato, l’impianto inefficiente e il dubbio amletico: “Ma non facevo prima a mettere un climatizzatore?”

L’inefficienza strutturale: resa termica dimezzata

Anche se hai rispettato tutti i punti precedenti, il raffrescamento a pavimento potrebbe comunque non funzionare a dovere. Perché? Perché rende molto meno del riscaldamento a pavimento.

Ecco un confronto:

  • Riscaldamento a pavimento con piastrelle → 80 W/m²
  • Raffrescamento a pavimento con piastrelle → 35-40 W/m²
  • Con parquet? Anche meno.

E le case moderne, super isolate, trattengono il calore… anche quello che arriva dal sole. Quindi potresti avere più energia che entra rispetto a quanta ne puoi smaltire. E il tuo impianto farebbe davvero molta fatica.

Quali soluzioni posso adottare?

Se dopo tutto questo non ti sei ancora arreso, sappi che si può fare, ma servono compromessi:

  • Deumidificatore attivo ben dimensionato
  • Oscuranti esterni (no, le tende interne non bastano: il calore è già entrato)
  • Termoregolazione intelligente
  • Comportamento adeguato (niente finestre aperte durante il giorno, mi raccomando)

E in certi casi ha senso combinare soluzioni: fan coil al piano giorno, raffrescamento radiante nelle camere, dove serve comfort più che potenza.

Hai bisogno di una mano? Ci pensa Protocollo Casa Zero.

Raffrescare con il pavimento si può, ma non è per tutti. Serve attenzione nella progettazione, integrazione con sistemi intelligenti e soprattutto un cambio di mentalità: non è un sistema da “accendo e fa miracoli”, ma da usare con costanza e consapevolezza.

Se dopo aver letto tutto questo ti è venuto il dubbio: “Ok, ma nel mio caso specifico… si può fare o rischio di spendere soldi inutilmente?”, la risposta è semplice: dipende da come è progettato l’impianto.

E qui entriamo in gioco noi.

Da anni progettiamo impianti radianti per garantire comfort tutto l’anno, sia in riscaldamento che in raffrescamento, senza compromessi. Grazie al nostro studio Protocollo Casa Zero, analizziamo le caratteristiche della tua abitazione e – soprattutto – le tue abitudini e le tue esigenze reali, per proporti una soluzione su misura. Niente pacchetti preconfezionati o impianti “copia e incolla”.

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