Si tratta del captano (sopetto cancerogeno) e dell’8-idrossichinolina (reprotossico) entrambi bocciati da Efsa. Le Ong europee, insieme all’italiana Isde, fanno appello a Bruxelles: “L’Italia si è già opposta alla limitazione del captano nelle serre”
La Ue è intenzionata a riautorizzare due pesticidi molto pericolosi per la salute umana, il captano e l’8-idrossichinolina. La denuncia arriva da Pan (Pesticide action network) Europe che insieme a una serie di Ong e associazioni, tra cui l’italiana Isde-Medici per l’ambiente, chiede alla Commissione europea di non autorizzare di nuovo i due fitofarmaci.
Questa settimana, si legge in una nota di Pan “il comitato Ue sui pesticidi SCoPAFF discuterà e voterà il rinnovo di due pesticidi molto tossici. Entrambe le proposte contraddicono le conclusioni scientifiche dell’Efsa. Il Captano è uno dei fungicidi più utilizzati in Europa. Si sospetta che sia cancerogeno e tossico per la riproduzione e inquini l’acqua potabile. Alcuni studi lo collegano alla malattia di Parkinson. L’utilizzo doveva essere limitato alle serre chiuse. Ma l’Austria ha lanciato un forte appello a continuare ad utilizzarlo in campo aperto. Questa proposta è ora ripresa dalla Commissione Europea sulla base di misure di mitigazione del rischio totalmente irrealistiche e non scientifiche. Anche la proposta di rinnovare un altro fungicida altamente tossico, l’8-idrossichinolina – un pesticida reprotossico presente nella nostra lista Toxic 12 – è altamente problematica”.
Pan Europe e le organizzazioni membri chiedono ai paesi dell’Ue di respingere queste proposte.
“Abbiamo scritto alla Commissione – prosegue la nota – anche per altre preoccupazioni. Dietro le porte chiuse del comitato SCoPAFF si sono svolte accese discussioni tra i rappresentanti degli Stati membri dell’Ue. Una proposta per limitare l’uso del captano nelle serre – che era già considerata una misura insufficiente per una sostanza così tossica – è stata bloccata due volte da paesi come Austria, Italia e Polonia. Ora la Commissione ha fatto retromarcia e propone l’approvazione in campo aperto”. Questo orientamente si basa su una valutazione del rischio riveduta dall’Austria con misure di mitigazione “del tutto irrealistiche”.
Secondo l’Efsa, il captano rappresenta un rischio elevato per i mammiferi selvatici, i pesci e gli invertebrati acquatici, nonché per gli artropodi non bersaglio. Queste sono “aree critiche di preoccupazione”, il che significa che l’Efsa non ha riscontrato un uso sicuro del captano.
Il rischio di Captan si estende oltre l’impatto ambientale fino alle minacce dirette alla salute umana. Una seconda preoccupazione riguardo al captano è che, secondo l’Efsa, rappresenta un rischio reale per i consumatori attraverso il consumo di acqua potabile. Ciò deriva dalla raccomandazione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) di classificare il captano come tossico per la riproduzione (categoria 2). Questa classificazione si aggiunge allo status esistente del captano come sostanza cancerogena (categoria 2), sollevando allarmi sulla contaminazione delle acque sotterranee con questa sostanza. Inoltre, la potenziale neurotossicità del captano non è stata adeguatamente studiata. La cosa preoccupante è che alcuni studi lo collegano al morbo di Parkinson. La neurotossicità non è ancora adeguatamente valutata in Europa.
L’8-idrossichinolina, prosegue Pan Europe, può danneggiare il feto: “Mettiamo inoltre in guardia contro l’intenzione di rinnovare l’8-idrossichinolina per l’uso nelle serre permanenti. Ciò aggira l’approccio “cut-off” del regolamento sui pesticidi per le sostanze altamente pericolose. Nel settembre 2019 l’8-idrossichinolina è stata classificata come presunta “dannosa per il feto” (ovvero tossica per la riproduzione 1B). La sostanza presenta inoltre gravi rischi ambientali, essendo altamente tossica per la vita acquatica con effetti di lunga durata (Aquatic Acute 1 / Aquatic Chronic 1)”.
Pan Europe ha incluso la sostanza nell’elenco delle 12 sostanze chimiche tossiche che devono essere immediatamente vietate. Il Regolamento sui pesticidi stabilisce chiaramente che le sostanze tossiche per la riproduzione non possono essere approvate nell’UE a meno che non si possa dimostrare una “esposizione trascurabile” per gli esseri umani in determinate condizioni d’uso. Un livello di esposizione quasi impossibile da raggiungere per sostanze così pericolose.