La decisione del governo con un decreto ad hoc: i bonus restano ma chi vorrà ristrutturare la casa per renderla più efficiente dovrà anticipare tutto il costo dei lavori e poi puntare solo sulla detrazione fiscale in 10 anni sul 730. Oltre al superbonus, l’elenco completo delle misure coinvolte
Stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per chi vuole rendere la propria abitazione più efficiente dal punto di vista energetico. Chi vorrà beneficiare del superbonus 110%, del bonus facciate, per l’impianto fotovoltaico, la caldaia, le ristrutturazione edilizie, l’installazione di una colonnina di ricarca elettrica, per l’abbattimento delle barriere architettoniche sismabonus potrà continuarlo a fare ma solo puntando sulla detrazione fiscale in 10 anni nella dichiarazione dei redditi.
Lo ha deciso – un po’ a sorpresa, scatenando le proteste dei costruttori e non solo – il governo Meloni con un decreto ad hoc nel quale si legge: “Dall’entrata in vigore del decreto, con l’eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto “sconto in fattura” né per la cessione del credito d’imposta. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti d’imposta”.
Restano salvi i diritti acquisiti, ovvero le richieste di cessione del credito o sconto in fattura per lavori già avviati, ma per il futuro la convenienza o meglio la sostenibilità di accesso ai bonus edilizie per molte famiglie non sarà più garantita. Chi ha infatti i soldi da anticipare per rivestire l’edificio con un cappotto termico o budget elevati per mettere in sicurezza sismica la propria abitazione?
Superbonus e non solo
La decadenza delle agevolazioni di fruizione dello “sconto” ribadiamo riguardano i lavori che verranno effettuati dalla pubblicazione del decreto in poi e si abbatte sui seguenti bonus per i quali è prevista solo la detrazione fiscale nel 730:
- Superbonus 110%;
- Sismabonus;
- Bonus ristrutturazione edilizie;
- Bonus facciate;
- Bonus colonnina elettrica;
- Bonus barriere architettoniche;
- Bonus fotovoltaico;
- Bonus caldaia;
- Bonus mobili;
- Bonus verde (giardini).
Il decreto inoltre predispone il divieto di acquisto dei crediti da parte di enti pubblici. In altre parole “la norma – spiega il Sole 24 Ore – introduce un divieto secco per Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto ‘perimetro della Pa‘ di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione”.
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Contro il decreto Giorgetti-Meloni si è levata subito la protesta dei costruttori dell’Ance: “Fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza una soluzione strutturale alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese. Sono oltre 25mila le aziende a rischio“.