È partita negli Usa una class action contro la Bose “rea”, secondo Kyle Zak un utente che ha dato vita alla causa, di aver “venduto” i gusti musicali (tracce audio e altre informazioni sensibili) degli utenti registrati mediante la app Bose Connect che consente di controllare attraverso smartphone le cuffie Bluetooth prodotte dal colosso dei dispositivi audio.
Secondo l’accusa, Bose avrebbe creato profili dettagliati degli utenti, con tanto di ascolti e abitudini, per poi condividerli con altre aziende. In particolare con Segment (società di San Francisco, che si occupa di analisi e trattamento dei dati), espressamente citata dall’accusa. Raccogliere informazioni sui gusti musicali degli utenti non significa solo, secondo i proponenti della class action, scoprire cosa ascoltano e quali cantanti seguono ma anche e sopratutto possono entrare in possesso di dati sulla personalità , sulle abitudini, sulle opinioni politiche dell’ascoltatore.
La class action punta l’obiettivo contro il modello Quiet Comfort 35, ma vengono citate anche le cuffie SoundSport Wireless, Sound Sport Pulse Wireless, QuietControl 30, SoundLink Around-Ear-Wireless Headphones II e SoundLink Color, tutte controllabili attraverso l’applicazione. Se l’azienda dovesse essere condannata rischia di dover pagare fino a 5 milioni di dollari.