Tutta un’altra scuola, le alternative alla “classica”

Dalle scuole montessoriane al metodo Waldorf di Rudolf Steiner, dalle classi multirazziali ai genitori-insegnanti: a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, ecco tutte le possibili alternative alla classica scuola dell’obbligo. Perché non tutti gli insegnanti e i genitori concordano sulla bontà del modello comparativo-competitivo offerto dell’istruzione tradizionale. E puntano su una scuola capace di valorizzare l’individualità del bambino e il rispetto delle sue competenze innate.

IL METODO MONTESSORI

Alla base del metodo Montessori c’è l’idea che in ogni bambino esista un impulso innato capace di spingerlo verso l’apprendimento e che tale impulso possa essere favorito, in tutti i campi del sapere, attraverso l’utilizzo di materiali e attività progettate ad hoc. Volete qualche esempio?

Lettere smerigliate, alfabetari mobili e giochi linguistici per imparare la scrittura e la lettura. Mappe a incastro della geografia, cassetti della botanica e lezioni all’aria aperta per apprendere le scienze umane e naturali. Aste della lunghezza, incastri e costruzioni di solidi, scale e torri di legno per imparare la matematica e la geometria. E poi laboratori di inglese, arte, falegnameria, scacchi e molto altro ancora.

Dal canto loro, gli insegnanti hanno il compito di aiutare i bambini nel loro naturale processo di apprendimento, presentando il corretto utilizzo dei materiali educativi, tenendo lezioni sui concetti più complessi e aiutando l’alunno nell’auto-correzione degli errori. In sostanza sono i bambini a essere maestri di se stessi, scegliendo liberamente tra le attività presentate dagli educatori o proposte nei laboratori, secondo le proprie inclinazioni e capacità.

Ovviamente esistono anche delle regole: non si possono picchiare o disturbare gli altri, né danneggiare o utilizzare in modo improprio l’ambiente e i materiali didattici.
In Italia le Case dei Bambini – così sono definite le scuole montessoriane – sono numerose, sia pubbliche che private, ed accolgono bambini e ragazzi da 0 a 18 anni. Per maggiori info: www.fondazionemontessori.it

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SCUOLE STEINERIANE

Tra le possibili “alternative” alla scuola classica ci sono anche le realtà basate sulla cosiddetta pedagogia Waldorf o steineriana: un approccio educativo sviluppato a partire dal 1919 su indicazioni del filosofo e pedagogista Rudolf Steiner. Si basa sulla necessità di sviluppare ed armonizzare tra loro le tre componenti del bambino – corpo, anima e spirito – nei diversi momenti di crescita, secondo un piano di studi capace sia di accompagnare i suoi diversi stadi evolutivi, sia di risvegliare in lui nuove facoltà, nuovi modi di vedere e di comprendere.

Nelle scuole steineriane l’apprendimento passa in secondo piano mentre assume grande importanza l’immaginazione, che viene stimolata fin dalla più tenera età. I giocattoli proposti, ad esempio, sono volutamente grezzi e rudimentali, così da stimolare e potenziare la creatività del bambino. Materie d’insegnamento privilegiate sono la pittura, la scultura, la musica, il canto e la danza, che vengono proposte accanto alla maglia e al cucito, alla fabbricazione della carta, alla lavorazione del legno e dei metalli.

L’apprendimento della lettura e della scrittura sono proposti soltanto dopo i sette anni e nella scuole steineriane sono banditi la televisione, i computer e qualsiasi altro strumento tecnologico. In compenso ha grandissima importanza il gioco all’aperto: i bambini, ovviamente vestiti in maniera adeguata, sono invitati a praticarlo anche sotto la pioggia o la neve.

 

In Italia le scuole steineriane sono quasi esclusivamente private e nella maggior parte dei casi nascono grazie alla volontà e all’impegno quotidiano di piccoli gruppi di genitori. Per maggiori info: www.educazionewaldorf.it

 

LA RINNOVATA PIZZIGONI A MILANO

Accanto alle scuole montessoriane e steineriane, nel nostro paese esistono numerose altre piccole realtà, capaci di distinguersi non tanto per il metodo educativo praticato, quanto per gli ideali che in esse vengono trasmessi.

A Milano, ad esempio, nell’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni i bambini imparano “vedendo fare e facendo”. La peculiarità di questa scuola, infatti, è la sua particolare struttura architettonica: un enorme edificio a piano terra con aule luminosissime che si affacciano direttamente sui giardini e i cortili interni. Qui i bambini non sono costretti a stare sempre seduti nei banchi, ma possono vivere esperienze dirette: coltivare l’orto, i campi agricoli e la serra; accudire gli animali della fattoria; suonare o cantare nelle aule di musica; nuotare nella piscina; imparare l’uso del computer nelle aule di informatica.

 

IL CELIO AZZURRO A ROMA

Il Centro interculturale Celio azzurro di Roma – attivo dal 1990 grazie ai contributi della Caritas Diocesana e dell’Ufficio Speciale Immigrazione del Comune – accoglie bambini dai 3 ai 6 anni provenienti da tutti i paesi del mondo, Italia compresa. Quotidianamente insegnanti e genitori lavorano insieme ad alunni di circa 30 nazionalità diverse, per testimoniare che una convivenza è possibile, a patto che sia vissuta nello scambio reciproco e nella valorizzazione delle diverse culture.

 

 

L’ISTRUZIONE FATTA IN CASA

In Italia non è la scuola ad essere obbligatoria, ma l’istruzione. Per questa ragione sono sempre più numerosi i genitori che decidono di fornire ai propri figli un’istruzione fai-da-te. I motivi sono molteplici: scarsa fiducia nei valori o nei metodi offerti dalla scuola “tradizionale”; volontà di offrire un’educazione più rispondente a particolari esigenze del bambino e della sua famiglia; problemi di salute dello scolaro; difficoltà di tipo logistico.

Per evitare problemi di natura legale, è sufficiente che i genitori-insegnanti comunichino ogni anno alla direzione didattica di competenza la volontà di educare i propri figli a casa, specificando di possedere le necessarie capacità tecniche e le relative possibilità economiche. Ai genitori, in sostanza, non è richiesto nessun titolo di studio specifico ma – come specifica lo stesso Ministero della Pubblica Istruzione – solo una banalissima autocertificazione. Dal canto suo, invece, il bambino sarà tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo.

“Per quanto riguarda lo svolgimento vero e proprio della didattica – precisa Alessia Kabeira Valmorbida nel suo Manuale per Homeschooler – ci si può avvalere di libri di testo, magari degli stessi che usa la classe in cui vostro figlio sarebbe andato se non aveste scelto di fare educazione familiare. In alternativa si può usare il computer ed internet, sfruttando tanto la Rete quanto i software creati appositamente per l’insegnamento”. E ancora: “Si possono creare schede o libri personalizzati in base all”argomento, oppure fare ricerche, approfondimenti, che siano teorici, pratici, sotto forma di gite o rappresentazioni teatrali. Insomma le possibilità sono infinite, come infiniti sono i metodi di apprendimento adatti al singolo individuo”.