Finto integrale, una legge per evitare le frodi nel pane

Una legge per impedire l’uso del  falso integrale ovvero l’utilizzo, nel pane etichettato come “integrale”, di farina raffinata, di tipo 0 o 00, con l’aggiunta di crusca. La proposta di legge, presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in commissione Agricoltura alla Camera, ha cominciato l’iter di discussione e mira a disciplinare per legge l’uso “farine di grano non raffinate”.

Integrale col trucco

La farina integrale è il risultato della macinazione dell’intero chicco ovvero è quella che si ottiene molendo il 100% del cariosside. È la farina meno raffinata in assoluto e per questo contiene la maggiore presenza di crusca e con essa anche il maggior apporto di nutrienti. Per questo motivo (e nonostante abbia bisogno di meno lavoro di raffinazione come la 00 ad esempio) costa di più.

Tuttavia la legge consente anche un falso integrale ovvero non vieta la farina di frumento con l’aggiunta di crusca (a sua volta rimacinata) che è lo “scarto” di lavorazione delle farine più raffinate. Il prezzo è lo stesso della “vera” integrale ma la qualità nutrizionale è inferiore.

Nel numero in edicola un test sulla qualità delle baguette vendute nei supermercati
Nel numero in edicola un test sulla qualità delle baguette vendute nei supermercati

Come si riconosce il vero integrale

Ma come si riconosce il vero pane integrale? Il colore è più scuro ma soprattutto è omogeneo lungo tutto la fetta mentre quello con aggiunta di crusca ha un coloro meno scuro ed è inframmezzato dai “pezzetti” di crusca.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

“Con l’introduzione della dicitura ‘farine integre’ puntiamo a fare finalmente chiarezza ed a distinguere i prodotti 100% integrali da quelli che vedono oggi le farine raffinate mischiate a crusca o cruschello – spiega a Testmagazine Giuseppe L’Abbate – così facendo avremo un doppio beneficio: da un lato i consumatori potranno scegliere liberamente, avendo a disposizione maggiori informazioni, dall’altro i produttori saranno tutelati perché vedranno valorizzato il loro prodotto.

“La norma – prosegue – consente di fare chiarezza e porre uno stop al ‘calderone‘ nel quale tutto finisce per essere integrale. Confidiamo in un percorso condiviso con la maggioranza nella speranza che si giunga presto al voto finale”.