Glifosato, si vota il 23 giugno: la Commissione gioca le ultime carte

Si mette male per i sostenitori del blocco del glifosato in Unione Europea, il collegio dei commissari europei ha deciso che il 23 giugno si terrà il voto al collegio d’appello per stabilire se prorogare l’utilizzo dell’erbicida ritenuto cancerogeno dallo Iarc, fino al 2017, in attesa del parere dell’Echa (Agenzia Europea sulle sostanze chimiche).

Commissione: gli Stati non si nascondano

Ad annunciarlo è stato Vytenis Andriukaitis, commissario Ue alla Salute e alla Sicurezza alimentare, tramite un tweed, che ha concluso con un esplicito invito agli stati membri “A essere coerenti e a non nascondersi dietro la Commissione Europea“. Il riferimento è evidentemente alle diverse votazioni andate a vuoto, nelle ultime settimane, l’ultima delle quali, il 6 giugno.

Le manovre per l’approvazione

Non è un mistero che la Commissione Ue spinga per l’approvazione della misura entro il 30 giugno, data della scadenza dell’autorizzazione per l’utilizzo del glifosato, presente tra gli altri nel Round Up della Monsanto. Avrebbe potuto già approvarlo, senza bisogno di una maggioranza qualificata, così come usualmente fa con l’immissione in commercio dei prodotti transgenici. Ma trattandosi di una questione molto controversa e dibattuta, la Commissione è determinata ad avere una “copertura politica” da parte degli Stati membri. All’ultima votazione è riuscita a far passare tutti i grandi stati contrari, tra cui Francia e Italia, ad una posizione di astensione, lasciando la sola Malta a opporsi formalmente col proprio voto. Il cambiamento di posizionamento, di cui non sono chiare le ragioni, appare come la necessaria tappa transitoria verso il voto del 23 giugno, dove basterà che uno degli astenuti passi al voto favorevole per archiviare proteste e contrapposizioni e darla vinta ai produttori di glifosato.

Greenpeace: Perché l’Italia ha cambiato idea?

Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace, commenta così: “Ribadiamo che serve il divieto totale di questa sostanza fino a quando non si ha la certezza che non sia cancerogeno, per il principio di precauzione. Riguardo all’Italia, non conosciamo la ragione del cambio di posizione del nostro Paese, da quello che ci risulta, all’ultima riunione prima del voto, tra i ministeri c’era una divisione. Salute e Sviluppo economico erano favorevoli, l’Ambiente contrario, mentre la posizione del ministero dell’Agricoltura non ci è chiara a tutt’oggi”.