Renzi fermi la penale sui mutui, la nostra petizione

MATTEO RENZI

“Presidente Renzi, non regali alle banche la penale per l’estinzione anticipata del mutuo” è il titolo della petizione lanciata da il Test e rivolta al presidente del Consiglio affinchè, nel decreto attuativo che recepisce la direttiva “Mutui” 4/2014/17, cancelli ogni ipotesi di reintrodurre “il balzello” a carico dei consumatori. Il pericolo è più che mai concreto. Nella bozza del decreto il governo prevede se non una penale “un indennizzo equo e obiettivo” da riconoscere alla banca nel caso in cui il consumatore estingua il mutuo prima “che sia trascorso un congruo periodo di tempo dalla sottoscrizione del contratto di finanziamento”.

La penale, calcolata tra l’1,5% e il 2%  sul debito residuo, è stata eliminata in Italia nel 2007 con la prima lenzuolata varata dell’allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani. La norma prevista dalla legge 40 del 2 aprile 2007 ha abolito progressivamente le penali a carico dei mutuatari che estinguono prima della scadenza il mutuo aprendo la strada alla “portabilità” dei finanzimenti ipotecari con la cosiddetta surroga che ha permesso a migliaia di consumatori di trovare un mutuo a condizioni più convenienti presso un altro istituto di credito.

Ora, come ribadiamo nel testo della petizione, “la direttiva 4/2014/17 (Mortgage credit directive) prevede non l’obbligo ma la possibilità per gli Stati membri di introdurre – per l’Italia si tratterebbe di reintrodurre – un indennizzo a favore degli istituti di credito qualora i mutuatari estinguano in anticipo il mutuo. Il governo ha recepito la direttiva il 2 luglio scorso e ha tempo fino al 21 marzo 2016 per introdurla nell’ordinamento attraverso la delega legislativa”. Nella bozza del decreto legislativo il governo sembra aver preso una posizione ambigua ma sicuramente non a favore dei consumatori in quanto si legge che: “Il diritto del consumatore all’estinzione anticipata del mutuo sia esercitabile senza l’applicazione di commissioni, indennità o oneri, valutando l’opportunità di prevedere un indennizzo equo e obiettivo, non superiore alla perdita economica sofferta dal soggetto finanziatore, nel solo caso in cui l’estinzione anticipata sia richiesta prima che sia trascorso un congruo periodo di tempo dalla sottoscrizione del contratto di finanziamento proporzionale alla durata del contratto di credito, prevedendo, in ogni caso, una clausola contrattuale da approvarsi specificatamente”.

Anche se il testo non parla di penale ma di indennizzo la sostanza non cambia: chi estingue anticipatamente il finanziamento dovrà pagare pegno alla banca. Proprio quello che vuole da tempo l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, ovvero la reintroduzione di qualsivoglia balzello a carico dei mutuatari. L’annuncio si conclude con la nostra richiesta al presidente Renzi: “Noi de “il Test”, il mensile dei Diritti, dei Consumi e delle Scelte, Le chiediamo di non fare un regalo alle banche, di dire no a qualsiasi ipotesi di reintrodurre indennizzi in favore delle banche, dannosi per la libera concorrenza e che alla fine pagheremmo noi consumatori”.

 

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